Chi sono

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‘But one thing I did know was that I needed to do something in order to hold on to an accurate record of my memory. Leave it alone, and it would disappear somewhere.
No matter how vivid the memory, the power of time was stronger. I knew this instinctively.’
(H. Murakami)

 

 

Cosa

Ciao!

Come si può facilmente immaginare, ‘Pick a place get lost’ è un blog di viaggi. Ci troverete cose su paesi e città in cui sono stata, dalle gite fuori porta in giornata ai viaggi veri e propri. Il blog è incentrato principalmente sul Nord (soprattutto sulla Norvegia) e sull’Europa dell’Est, con alcune inevitabili (e a volte doverose) eccezioni.

Il logo del blog è una papera. L’ho scelta perché (fateci caso) le papere sono praticamente ovunque, quindi sono un simbolo originale eppure familiare del viaggiare a 360 gradi.

Sul blog viene pubblicato un nuovo post più o meno ogni settimana (o poco più). Inoltre, se lo seguite su Facebook, Twitter e/o Instagram, avete anche una dose quotidiana di serie fotografiche. Vi aspetto!

 

Chi

Quanto a me, mi chiamo Giorgia. A un certo punto mi sono resa conto che ‘fare le vacanze’ era diventato ‘viaggiare’ e, da quando ci ho fatto l’abitudine, non mi sono ancora stufata della cosa. Anzi.

Sono italiana, ho studiato Interpretazione (con italiano, inglese, russo e un po’ di slovacco) attualmente sono di base in Repubblica Ceca per motivi di lavoro (leggi: ho trovato lavoro a Brno). Mi aspetto però che a un certo punto mi sposterò altrove.

 

Perché

Aha, questa è La Domanda. Francamente non so perché mai qualcuno dovrebbe interessarsi a quello che scrivo, tanto più che, si sa, il web è ormai saturo di blog di viaggi. Per cui, no, non so spiegare bene perché mi sono messa a farlo anch’io.

Il fatto che scrivere di viaggi voglia dire condividere del tempo ben speso è già di per sé un potenziale buon inizio. Mi vengono in mente altri due motivi:

1. Se qualcuno mi chiede di raccontare qualcosa che ho visto o un posto che ho visitato, potrei parlarne per ore. Mi rendo conto, però, che uno non può farlo davvero, né può infliggere un simile castigo neanche al più paziente degli interlocutori. Ecco, avere questo ‘foglio bianco’ mi dà modo di raccontare tutto quello che voglio di cose e posti senza costringere qualcuno ad ascoltare, ma solo intrattenendo chi ha davvero voglia di leggere. Dopotutto, ha ragione Offred ne Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, quando dice che ‘una storia, anche se la racconto nella mia testa, la racconto per forza a qualcuno. Non racconti una storia solo a te stesso. C’è sempre qualcun altro. Anche quando non c’è nessuno’.

2. Mi dicono che ho una memoria fotografica dei posti che giro: come sono le cose, che colore hanno, cosa è dove, eccetera. Sì, ma se mi dimentico? Se all’improvviso non mi ricordo più? Almeno, se riempio un po’ questo ‘foglio bianco’, so di avere a disposizione un continuo promemoria di quello che ho visto e fatto, casomai ne avessi bisogno.

 

Come

Questo blog parla di luoghi e viaggi. Parla di quello che c’è là fuori e di come arrivarci. Vero, tutto è ovviamente filtrato attraverso i miei occhi, non ci posso fare niente.

C’è, però, una ‘regola d’oro’ che ho cominciato gradualmente ad applicare: sono i luoghi a essere la priorità della scrittura.

I primissimi post sono in media un pochino o parecchio più soggettivi. Con il tempo ho cercato di spostare l’attenzione sul luogo in sé. Se è vero che esperienze personali, aneddoti divertenti e considerazioni soggettive servono a colorare il quadro d’insieme e renderlo più vivace, mi interessa comunque parlare dei posti: natura, città, laghi, foreste e tutta la bellezza che c’è là fuori – perché è il meglio che abbiamo a questo mondo e non ce lo dovremmo dimenticare (e per quanto suoni mieloso, è la verità).

E se mai mi riuscirà di portarvi da qualche parte solo attraverso le mie parole, beh sarà un onore e un piacere sapere di averlo fatto.

 

In che lingua

Il blog è interamente bilingue, inglese-italiano. Accanto alla versione in inglese, ho pensato di includere quella in italiano per almeno due motivi.

Intanto, è la mia lingua madre, perché non dovrei volerla usare abitualmente? E poi, né mia mamma né mio papà hanno molta confidenza con l’inglese (eufemismo voluto), per cui devo essere sicura che possano leggere tutto anche loro, se ne hanno voglia.

 

Che dire? Buona lettura!