Mettete insieme una delle mie cose preferite al mondo, camminare in riva al mare, e l’incredibile bellezza delle spiagge di Reykjavik, e vi fate un’idea di questo post. Parliamo della penisola di Seltjarnarnes, del Faro di Grótta e di come arrivarci dal Museo Perlan e da Laugarnes.
Due brevi note introduttive:
1. A Reykjavik mi sono resa conto di una cosa che già sapevo, ma ancora dovevo propriamente identificare, ed è che amo camminare sul lungomare. Non ci ho messo molto a notare che le prime cinque foto della serie ‘Hæ Hæ Ísland’ (che trovate sulle pagine Facebook e Instagram del blog) erano tutte foto del lungomare di Reykjavik ad altezza diverse e a diverse ore del giorno. Per cui è stato particolarmente bello mettere insieme questo post.
2. All’inizio volevo intitolare questo post ‘Dalle nuvole rosa alla tempesta di ghiaccio alle nuvole rosa e al Vento’. Poi ci ho ripensato, perché mi sembrava un po’ troppo drammatico. In realtà sarebbe stato molto calzante, visto il vortice di emozioni meteorologiche che ha accompagnato i miei giri sul lungomare di Reykjavik. Il primo giorno si è andati dai toni pastello rosa e azzurro a ‘Non posso neanche alzare gli occhi perché il ghiaccio in faccia fa malissimo’. Il secondo giorno è andata meglio, a parte il vento fortissimo.

Vista dal lungomare vicino all’aeroporto nazionale

Öskjuhlið

Laugarnes

Da qualche parte vicino a Seltjarnarnes
L’Islanda non è stato il mio primo incontro con il vento forte del nord (l’escursione a Sørvágsvatn, alle Isole Faroe, è un degno precedente), ma, davvero, il vento a Reykjavik era fortissimo. Quando, l’ultima sera che ero lì, ho guardato le previsioni dell’aurora (più per divertimento che altro, visto che il cielo era tutto coperto), sulla home page del sito c’era un annuncio che diceva: ‘Allarme giallo e arancione in tutto il paese oggi e domani. La cosa migliore è che restiate dove siete.’ Capite cosa intendo.
Ma basta con le introduzioni. Parliamo della penisola di Seltjarnarnes, di come arrivarci da parti opposte della città e delle viste meravigliose lungo la via!

Da qualche parte vicino a Seltjarnarnes

Vicino a Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes
La penisola di Seltjarnarnes e il Faro di Grótta
La penisola di Seltjarnarnes si trova giusto a pochi chilometri dal centro di Reykjavik. È una zona tranquilla, prevalentemente residenziale, con una chiesa interessante e piste ciclabili e pedonali lungo la costa. Man mano che vi avvicinate alla punta della penisola, la vista della città diventa sempre più bella.
Proprio in fondo alla penisola c’è il Faro di Grótta. il faro e la zona circostante sono molto frequentati sia dalla gente del posto sia dai turisti. Se è vero che il faro è probabilmente l’elemento più identificabile, vi consiglio caldamente di prendervi tutto il tempo necessario a esplorare l’intera zona e a non andarvene finché non avete visto proprio tutto.
C’è lo stesso faro, che risale a fine Ottocento. In passato era collegato alla rete elettrica. Questa venne poi dismessa, ma ne vedete le tracce nei pali ancora in piedi sulla spiaggia.

Faro di Grótta

Faro di Grótta

Faro di Grótta

Vista da Grótta
C’è il prato accanto al faro, da cui si godono viste splendide dell’oceano. C’è la spiaggia nera di Seltjörn, che vi sconvolgerà a ogni passo che fate mentre passeggiate sulla sabbia. Seltjörn è uno dei miei posti del cuore di Reykjavik. Camminare sulla spiaggia lì è stato meraviglioso per tanti motivi: la vasta distesa di sabbia nera, la striscia di cielo rosa che non ti aspetti, edredoni e gabbiani in riva al mare… La lista continua.
E c’è il sentiero che costeggia la spiaggia dall’alto e passa accanto al laghetto Bakkatjörn. Posso solo immaginarne i colori quando non c’è neve. Io l’ho visto ‘senza colori’ proprio per via della neve, delle rocce nere e del laghetto ghiacciato. Era a dir poco incredibile: non pensavo neanche esistessero così tanti toni di bianco. Sembrava di essere sulla Luna.
Ho finito con l’andare a Grótta due volte in due giorni e in condizioni meteorologiche molto diverse. Ci sono arrivata facendo percorsi diversi, ugualmente scenografici e pieni di viste splendide della città e del fiordo. E, visto che mi sono piaciute così tanto, ho pensato di mettere insieme una descrizione più dettagliata di entrambe.

Bakkatjörn

Bakkatjörn

Seltjörn

Seltjörn
Passeggiata n. 1: Dal Museo Perlan a Seltjarnarnes
Il primo giorno che ero a Reykjavik sono andata a Seltjarnarnes dal Museo Perlan. La passeggiata in sé è di circa 9 km. Dal museo parte il sentiero che attraversa Öskjuhlið fino alla spiaggia geotermale di Nauthólsvík e lungo l’aeroporto nazionale, poi si passa attraverso i quartieri di Vesturbær e Skjol fino alla punta della penisola.
Se siete di fronte all’ingresso del museo, dovete prendere il sentiero alla vostra sinistra. Questo vi porta dritti attraverso Öskjuhlið, la collina su cui si trova il Perlan. La collina è coperta di alberi e ci sono parecchi sentieri, ma è difficile perdersi.
Una volta che siete fuori dal bosco, vi troverete nei pressi dell’Università di Reykjavik. Lì, proprio sul sentiero, ci sono anche cartelli relativi a diversi percorsi ciclabili e pedonali in zona. Fra questi seguite quello per‘Nauthólsvík’. Da lì alla spiaggia sono due passi.
Per farla breve, la spiaggia geotermale di Nauthólsvík è bellissima. In passato la spiaggia era un punto di attracco per mezzi anfibi in tempo di guerra. In seguito divenne una delle principali zone ricreative della città. La spiaggia è frequentata da turisti e gente del posto e immagino sia particolarmente affollata in estate. Oltre alla spiaggia sabbiosa, ci sono anche una sauna e vasche di acqua calda, mentre nella laguna davanti alla spiaggia l’acqua arriva a 15-19° nei mesi estivi.

Öskjuhlið

Spiaggia geotermale di Nauthólsvík

Spiaggia geotermale di Nauthólsvík

Spiaggia geotermale di Nauthólsvík
Va da sé che, quando ero lì, Nauthólsvík era deserta e silenziosa. L’aria era frizzante, la luce ancora rosa perché era mattino e il vento increspava l’acqua nella laguna. La sabbia era bagnata e letteralmente spolverata di neve: sembrava un’opera d’arte. Il vento a volte dipinge.
Da Nauthólsvík proseguite lungo il sentiero principale, che costeggia l’aeroporto nazionale. Qui non ci sono punti particolarmente degni di nota. Ciò non la rende meno scenografica: ogni due per tre mi fermavo a fare decine di foto al panorama.
Una volta superato il sito aeroportuale, il percorso vi porta attraverso i quartieri (per lo più residenziali) di Vesturbær e Skjol. Questa è la parte in cui dovrete lasciare la costa e seguire la via principale.
È anche la parte in cui, se vi serve una pausa, potrete approfittare di qualche caffè e ristorante lungo la via. Proprio quando a me una pausa serviva, ho avuto la fortuna di passare accanto al Arna Ís og Kaffi. Fermarmi lì è stata una grande dea. Il caffè si trova proprio all’inizio di Seltjarnarnes, accanto all’oceano. È accogliente, confortevole e ha torte fantastiche sul menu. Sia il caffè sia la torta che ho scelto erano buonissimi. Il bar è noto anche per il suo gelato, che era in effetti molto invitante, ma ero troppo congelata anche solo per pensare di assaggiarlo. Stavolta.
Mentre ero nel caffè, il tempo è decisamente peggiorato. Al vento forte si è aggiunta una spietata tempesta di neve e ghiaccio che sarebbe durata quasi tutto il pomeriggio. Da quando sono uscita dal caffè ho dovuto camminare con le mani davanti alla faccia tutto il tempo, fino al faro e poi per tornare in centro. Sì, il ghiaccio faceva parecchio male!
Dall’Arna Ís og Kaffi potete attraversare la zona residenziale oppure proseguire lungo la costa. Io ho optato per la zona residenziale, sia perché volevo vedere la Chiesa di Seltjarnarnes sia perché speravo sarebbe stata un po’ più riparata dal vento. La chiesa l’ho vista. Quanto all’essere più riparata, non è servito a niente.
Quando poi ero quasi al faro, mi sono ritrovata sulla costa. Mi sono fermata accanto a un capanno per l’affumicazione del pesce. Era l’unico riparo che c’era. Emanava una gran puzza. Il faro era proprio di fronte a me: distava solo poche centinaia di metri, ma non riuscivo a proseguire. Ho fatto tre passi e mi sono fermata di nuovo. Così vicino, eppure così lontano!

Chiesa di Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes
Alla fine ho visto altre persone più avanti rispetto a dov’ero io. Erano arrivati lì in macchina e, dopo aver parcheggiato, andavano al faro. Così mi sono mossa anche io e ho lasciato la sbarra di ferro a cui ero aggrappata per non volare via. Mi sono unita a due signori ungheresi, decisi quanto me a raggiungere il faro, e siamo andati. Riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti e i pezzetti di ghiaccio mi pizzicavano la faccia, ma oh, eccome se ne è valsa la pena.
Non fraintendetemi, non sono stata avventata o incosciente. Sapevo che, se fossi stata anche solo minimamente incerta, non avrei proseguito. C’è poco da scherzare con gli elementi naturali, perché può essere veramente pericoloso. Alle Faroe non ero arrivata sulla cima di Trælanípa proprio perché non mi sentivo sicura. Altri l’hanno fatto, ma io no e va bene così. Quindi, giusto un promemoria generale: uno non è meno figo solo perché non si sente sicuro e altri sì. Non funziona così. Per fortuna.
A Seltjarnarnes ho proseguito perché mi sentivo di farlo e, devo dire, è stata un’esperienza parecchio hardcore e super esaltante. Non ho minimamente visto la spiaggia nera vicino al faro. Si è coperta di neve e ghiaccio talmente in fretta che neanche sembrava ci fosse una spiaggia. Proprio questo è uno dei motivi per cui sono particolarmente contenta di essere tornata a Seltjarnarnes il giorno dopo!

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Il ‘dopo-tempesta’
Passeggiata n. 2: Da Laugarnes a Seltjarnarnes
Questa passeggiata è più o meno lunga come l’altra. Dal terminal dei traghetti per l’isola di Viðey a Grótta sono circa 9 km, ma a questi dovrete aggiungere la strada dal vostro punto di partenza al terminal dei traghetti e la strada da Grótta a ovunque vogliate andare poi.
Quando, il secondo giorno che ero a Reykjavik, ho capito che avrei avuto tempo di tornare a Seltjarnarnes, non ho esitato. Le previsioni erano decenti e, sì, c’era un gran vento, ma niente tempeste di neve.
Al mattino sono andata dritta a Laugarnes. Da lì sono tornata in città e poi ho proseguito per Grótta. Ci ho messo praticamente tutto il giorno a fare tutto, ma è perché da Laugarnes sono andata a Elliðaárdalur. Da lì sono poi tornata sulla costa e sono andata alla penisola. Tutto per dire che, sì, è una passeggiata lunghina, ma io l’ho allungata parecchio. Di per sé non ci si mette una giornata intera.
Laugarnes è una zona ricreativa parecchio nota, anche se penso sia più affollata nei mesi estivi. O almeno, io mi sono fatta quest’idea perché, quando ero lì, intorno alle 10.30 al mattino, non c’era letteralmente nessuno.

Laugarnes

Laugarnes

Laugarnes
A Laugarnes trovate la spiaggia di Kirkjusandur, il Museo Sigurjón Ólafsson, la Casa Riciclata e il terminal dei traghetti per l’isola di Viðey.
La spiaggia di Kirkjusandur l’ho vista a malapena. Per colpa del buio e della neve la spiaggia si vedeva a malapena.
Il Museo Sigurjón Ólafsson è, ovviamente, dedicato all’opera dello scultore islandese Sigurjón Ólafsson. Dopo aver studiato in Danimarca, Ólafsson rientrò in Islanda. Qui visse e lavorò proprio a Laugarnes, per cui la zona è veramente casa sua.
Nei pressi del museo troverete anche qualcosa di simile a un sito archeologico. Se è coperto di neve come quando l’ho visto io, non riuscirete a vedere molto, ma è quel che resta di un insediamento di epoca vichinga.
La Casa Riciclata è esattamente quel che suggerisce il nome: un edificio interamente realizzato con materiali di riciclo. La casa venne costruita dal regista Hrafn Gunnlaugsson, che acquistò un vecchio capanno prima che fosse demolito e lo trasformò in una creazione colorata e fantasiosa. Edificio a parte, c’è anche un giardino di sculture, oggetti vari e pile di materiali sparpagliate tutt’intorno.
Con un po’ più di luce e un po’ meno neve credo avrei visto di più. Il silenzio del mattino e il vento davano alla zona un nonsoche di sinistro e le sculture-totem in ferro vicino all’ingresso erano pure un pochino inquietanti. Che sia il vostro genere o meno, la Casa del Riciclo è oggettivamente un’opera rara.

Casa Riciclata

Laugarnes

Laugarnes
Quanto al terminal dei traghetti, è da qui che partono tutto l’anno i traghetti per l’Isola di Viðey. L’isola, situata a pochi chilometri dalla terraferma, è uno dei principali luoghi di interesse. Non solo offre viste spettacolari sull’oceano, natura incontaminata e sentieri in quantità. L’isola ospita anche alcuni monumenti notevoli, come Milestones di Richard Serra e la Imagine Peace Tower di Yoko Ono.
Il museo e la Casa del Riciclo erano chiuse e lo era anche l’ultimo tratto di sentiero fino al terminal (c’era un cantiere aperto). Pare fosse chiusa anche la stessa Viðey (perché il molo di attracco era stato danneggiato dal maltempo), il cui traghetto, in ogni caso, in inverno opera solo nel weekend. Per cui, anche nelle migliori condizioni meteo e con più tempo a disposizione, non sarei comunque riuscita ad andare a Viðey. Va da sé che adesso Viðey è in cima alla lista di posti in cui andare la prossima volta che vado a Reykjavik.
La strada da Laugarnes a Seltjarnarnes è praticamente una via dritta in cui è impossibile perdersi. Vi basterà seguire il sentiero (super scenografico) lungo la costa (noto anche come Passeggiata delle Sculture) e, nel mentre, godervi la spettacolare vista sul fiordo Kollafjörður.

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Seltjarnarnes

Vista di Reykjavik da Seltjarnarnes
Da Laugarnes alla città sono circa 3 km. La strada passa anche accanto alla Sun Voyager e alla Sala Concerti Harpa. Poi, dall’Harpa, sono ancora 5 km fino a Seltjarnarnes, per cui, se a quel punto avete camminato abbastanza, potete deviare per il centro e rilassarvi in un caffè, o trovare riparo in una delle comode poltrone nella hall dell’Harpa.
Se volete proseguire, dall’Harpa dovete tenervi sulla strada principale. Passerete accanto al Vecchio Porto e vi ritroverete di nuovo sulla costa, da cui vedrete finalmente (ancora in lontananza) il Faro di Grótta.
Circa a metà strada verso il faro, potreste notare una scaletta di metallo sulla destra, sulle rocce. Due passi e sarete sulla spiaggia (nera). Sono scesa subito. Fra l’altro, è lì che mi sono resa conto di aver perso un guanto e ho pensato che fosse una buona idea trasformare un calzino di scorta in un guanto. (È vero. Vedere il prossimo post per credere.)
Tenetevi sul lungomare e arriverete a Grótta: non potete sbagliare. Poco prima del faro potete anche tornare giù sulla spiaggia oltre le rocce, alla paseggiata di Kvika e Nordustrond. Io non ci sono andata perché il vento era forte e non vedevo nulla.

Spiaggia nera di Seltjörn

Seltjörn

Seltjörn

Seltjörn
C’è una sola cosa che posso dire in chiusura a questo post e non può che riguardare l’indescrivibile bellezza delle spiagge nere. Prima di Reykjavik avevo visto solo un minuscolo fazzoletto di spiaggia nera alle Faroe, di ritorno da Sørvágsvatn. In Islanda ne ho veramente vista una per la prima volta e posso dire con certezza che è una delle viste più mozzafiato che abbia mai visto in vita mia.
Non vedo l’ora di vederne altre.