Okay, per gli standard dei soliti post introduttivi questo è decisamente lungo. E lo è perché stavolta le considerazioni preliminari sono particolarmente legate al viaggio stesso. Per cui ecco qualche informazione di base: perché ho fatto questo viaggio proprio ora e perché, di tutte le destinazioni fra cui potevo scegliere, sono andata proprio a Molde.
Considerazione preliminare n. 1: I fatti
Qualche tempo fa ho scritto un post ‘speciale’ in cui raccontavo perché mi piace definire il mio rapporto con la Norvegia ‘storia d’amore’. Nel post dicevo che ‘ci vogliamo bene’ anche se, praticamente ogni volta che pianifico un viaggio in Norvegia, succede qualcosa che rende tutto più complicato durante il viaggio oppure mi vedo costretta a rimandarlo.

Prima alba a Molde
Ora che sono stata a Molde, ho debitamente aggiornato anche quel post. Sì, perché a Molde ci dovevo andare nel novembre 2018, ma è successo qualcosa che mi ha costretto a rimandare il viaggio. Ecco una breve cronologia degli eventi come si sono svolti.
Il 12 novembre (lunedì) ho prenotato i voli per e da Molde: partenza il 29 novembre e ritorno il 2 dicembre.
Il 13 novembre (martedì), intorno alle 11.30, sono caduta al lavoro mentre attraversavo distrattamente il corridoio. (Lavoro in un ufficio dove si possono tenere gli animali e sono inciampata per non calpestare un cane che mi ha tagliato la strada.) Cadendo, ho picchiato un dito della mano contro la gamba del tavolo in ferro. Va da sé che sono stati la caduta più stupida della mia vita e il dolore più insopportabile di sempre.
Un collega mi ha piantato in mano (gioco di parole non voluto) un sacco di verdure surgelate, ‘così non ti si gonfia’. Diverse persone mi hanno detto che non potevo essermi rotta il dito, ‘perché riesci a muoverlo’. Non essendomi mai rotta niente, li ho presi in parola. Sono rimasta al lavoro e poi sono andata a giocare a biliardo in compagnia.

Salita a Varden nella neve
Il 15 novembre mattina (giovedì) sono andata dritta in ospedale. Il dito era blu e gonfio e mi faceva un gran male. Sono andata subito al pronto soccorso dell’ospedale di fronte al lavoro. Per farla breve, la falange in cima era rotta: articolazione dislocata. Mi hanno spedita subito in chirurgia.
Il 16 novembre (venerdì) sono stata operata. Anestesia totale, e mi hanno infilato due chiodi nel dito. Dovevo tenerli dentro un mese e poi me li avrebbero tolti.
Il 19 novembre (lunedì) sono tornata a casa. Data del controllo successivo: 29 novembre. Per questo motivo, e perché avevo i chiodi nel dito, appena arrivata a casa ho cancellato il viaggio a Molde. Ho spostato i voli a febbraio, ri-prenotato l’alloggio e perso un po’ di soldi lungo la via, a causa delle tariffe non cancellabili e non rimborsabili. Ho versato una lacrima e ho sperato in bene.
Mentre scrivo questo post, sto tornando in bus da Vienna a Brno. Sono partita da Molde stamattina presto e sono atterrata a Oslo, dove ho preso il volo per Vienna. Per cui, sì, a Molde ci sono stata e adesso lo posso raccontare.

Crepuscolo al piccolo porto di Molde
Considerazione preliminare n. 2: Perché Molde
Quando mi sono trovata a decidere dove andare per il mio settimo viaggio in Norvegia, sapevo che ‘La Meta’ doveva rispettare tre condizioni. Doveva essere:
– un posto in cui non ero mai stata. Quando ho cambiato i voli e ri-prenotato l’alloggio, ero a tanto così dallo scegliere Ålesund. Poi ho pensato che ci ero già stata e, per quanto io voglia un sacco tornarci (non ho visto poi così tanto quando ci sono andata), voglio almeno provare a vedere posti nuovi prima di tornare in quelli in cui sono già andata.
– Un posto raggiungibile in aereo e in cui la combinazione di voli via Oslo non costasse uno sproposito.
– Un posto senza notte polare. A parte le Svalbard (che mi viene il batticuore solo a pensarci), la parte più settentrionale della Norvegia (Hammerfest, Honningsvåg, Nordkapp, Knivskjellodden ecc.) e Senja, vorrei tantissimo andare ad Alta. Ci voglio andare da anni. Solo che a inizio febbraio c’è ancora la notte polare. Avevo solo un weekend lungo a disposizione, per cui volevo davvero un po’ di luce, alba, tramonto… Insomma, la routine del giorno. Così ho messo da parte Alta e le altre mete che non potevo scegliere per lo stesso motivo.
Alla fine ho realizzato che Molde rispettava tutte le condizioni che mi interessavano. Per questo l’ho scelta. Poi, quando ho dovuto riprenotare il viaggio, l’ho scelta di nuovo. E, anche a posteriori, la sceglierei una terza volta, perché nei due giorni passati lì ho visto e fatto così tanto più di quanto mi aspettassi che posso solo esserne felice.

Nevicata alla Molde Promenade
In due parole ho:
– percorso in bus l’Atlanterhavsvegen (Strada Atlantica);
– visitato Kristiansund;
– fotografato un’aquila di mare a Kristiansund (e non smetterò mai di parlarne);
– fatto l’escursione a Varden e non-visto il Molde Panorama, ma bevuto cioccolata fatta in casa in buona compagnia (i dettagli saranno nel post dedicato!);
– visto una delle albe e uno dei tramonti più spettacolari di sempre nello stesso giorno;
– seguito un cormorano nel (vano) tentativo di fotografarlo.
Potrei facilmente aggiungere altre voci alla lista, ma ai fini di questo post ho scritto anche troppo.
Allora, parliamo di Molde.