Storia di un’inaspettata e memorabile ‘passeggiata’ da Sørvágur fino a Gásadalur, meta topica di Vágar e luogo unico e speciale delle Isole Faroe.
Come ho accennato nel post dedicato a Sørvágsvatn, Gásadalur è una delle principali attrazioni dell’isola di Vágar. Gásadalur è un piccolo villaggio sulla costa occidentale dell’isola. Sorge in una posizione a dir poco unica: in quota su un’area pianeggiante affacciata sulla costa, proprio sopra alla cascata di Mulafossur. Con Gásadalur il concetto di ‘spettacolare’ viene portato a un nuovo livello.
Quanto a noi, andare a Gásadalur era l’ultima cosa che avevamo in mente di fare il giorno in cui siamo andate. Eravamo concentrate sulla gita all’isola di Mykines che, già prima di partire per le isole, avevamo prenotato per quel giorno e che pensavamo di riuscire a fare.

Sørvágur
L’uscita a Mykines, infatti, dipende anche più di altre escursioni faroesi dalle condizioni meteorologiche. D’altra parte, poiché le previsioni facevano ben sperare e ci eravamo svegliate col sole, eravamo salite fiduciose sul bus per Sørvágur, luogo di partenza del traghetto per Mykines. (Altre info su Mykines e sulla gita a Mykines le trovate qui.)
Invece, nonostante il bel tempo e il mare calmissimo, quando siamo arrivate al porto di Sørvágur ci hanno detto che il traghetto era cancellato: le onde alte sulla costa di Mykines rendevano impossibile l’attracco. Abbiamo quindi concordato con GreenGate Incoming (agenzia con cui avevamo prenotato la gita) che potevamo ritentare la fortuna il giorno dopo.

Sørvágur

Sørvágur
La domanda è sorta spontanea: ‘E ora?’. Lasciare Vágar a quel punto era un’enorme perdita di tempo, per cui abbiamo deciso di fare la cosa più immediata a disposizione: andare a fare una passeggiata.
Abbiamo preso la strada principale che esce da Sørvágur lungo la costa. È anche la strada da cui passano le macchine, per cui occorre tenersi sul lato tutto il tempo.
Non è pericoloso. Il traffico è tutt’altro che pesante, e poi potete fare l’autostop in qualsiasi momento e avete buone probabilità di ricevere un passaggio. Ricorrere all’autostop alle Faroe è abbastanza ricorrente, per cui nessuno lo troverà inappropriato o fuori luogo se provate.
E poi, l’ho detto che la strada è super panoramica? Perché lo è!

Strada verso Gásadalur

Strada verso Gásadalur
Inizialmente il nostro obiettivo era arrivare a Bøur, villaggio piccolissimo 4 km a nord di Sørvágur. Abbiamo camminato per quasi tutto il tragitto, finché una coppia di signori australiani del nostro ostello non ci ha superato in macchina, offrendoci un passaggio. Ci hanno lasciato proprio all’inizio della stradina che entra nel villaggio.
Bøur deve per forza essere uscito da una fiaba, perché non saprei come altro spiegarlo. Consiste di una manciata di casette in legno (la maggior parte col tetto erboso) affacciate sull’oceano. I rumori più forti che si sentono sono il richiamo di un gabbiano o l’incedere flemmatico di qualche pecora che bruca sulle colline erbose in mezzo a cui si trova Bøur.

Vista da Bøur
Il paesaggio è ugualmente splendido. Da Bøur si ha la vista migliore delle isole e isolotti al largo di Vágar: Drangarnir (il roccione a forma di arco e quello più piccolo proprio lì accanto), Tindhólmur con i suoi pendii ripidissimi, la pianeggiante Gáshólmur e la remota Mykines.
Tindholmur è una di quelle che mi affascina di più. La sua forma è a metà fra il buffo e l’indescrivibile. Pare quasi un oggetto di design contemporaneo: le rocce di forma diversa lungo la cima sembrano il prodotto di una sessione di cesellatura.
Abbiamo contemplato il paesaggio per un (bel) po’. Abbiamo pranzato sedute in un punto a caso nel prato appena fuori Bøur. poi abbiamo contemplato anche le opzioni che avevamo a disposizione.

Vista da Bøur

Vista da Bøur
Potevamo tornare a Sørvágur. Oppure camminare fino a Gásadalur.
Tutto sembrava essere a nostro sfavore. I due australiani del nostro ostello stavano andando proprio a Gásadalur quando li abbiamo incontrati, ma per quando abbiamo cominciato seriamente a pensare di andarci anche noi, erano già lontani. Sono ripartiti subito dopo averci lasciato a Bøur.
Per di più, Gásadalur distava altri 5 km da Bøur. Era un bel pezzo di strada e dovevamo per forza camminare: non avevamo altre scelte (a parte l’autostop, vero, ma non è che appena metti fuori un braccio si ferma subito qualcuno, non puoi contare solo su quello).
Alla fine abbiamo avuto un ‘momento-Forrest-Gump’ (‘Abbiamo pensato, visto che siamo arrivate fino qui, possiamo… proseguire’) e abbiamo ripreso a camminare. Saremmo andate a Gásadalur.
Dovevamo arrivare al più presto, perché poi dovevamo anche tornare fino a Sørvágur in tempo per prendere almeno l’ultimo bus per Sandavágur (dove si trovava il nostro ostello).

Strada verso Gásadalur e isola di Mykines
Gásadalur non è più raggiungibile coi mezzi pubblici. Ci sono tre modi per arrivarci:
1. In macchina, mezzo più rapido e più conveniente di tutti. Arrivarci in macchina è possibile da quando, nel 2006, è stato aperto un tunnel che consente ai veicoli di transitare attraverso la montagna.
2. Facendo l’escursione intorno alla montagna (sì, quella attraverso cui passa il tunnel) da un versante all’altro. Il giro è noto come ‘sentiero del postino’, poiché in passato il postino faceva quel tragitto tre volte alla settimana per consegnare la posta ai pochi abitanti del villaggio (che sono attualmente dodici).
Il percorso inizia poco prima del tunnel. Proprio prima di arrivarci, prendete lo stretto sentiero sterrato sulla sinistra. Poco più avanti potete parcheggiare e iniziare l’escursione. Molto probabilmente vedrete anche altre auto parcheggiate lì, non potete sbagliare! L’escursione è di circa 3,5 km e termina in corrispondenza dell’uscita del tunnel.
Va da sé che questa è fra tutte, l’opzione di percorso più spettacolare. Posso solo immaginare cosa si veda da lassù. E poi, l’idea di raggiungere Gásadalur seguendo un percorso così vecchio e tradizionale dà all’esperienza un nonsoché di Romantico nell’accezione più ottocentesca possibile del termine.
Per quanto sia (comprensibilmente) facile lasciarsi tentare, l’escursione è tutto fuorché facile e intuitiva. È molto impegnativa e richiede grande attenzione, per cui non avventuratevi oltre se non siete abili escursionisti (o per lo meno sapete cosa state facendo), se soffrite di vertigini o temete il senso di vuoto e/o se non vi accompagna una guida del posto.
3. A piedi, che vuol dire seguire la strada principale e attraversare il tunnel a piedi.
Noi abbiamo scelto l’opzione 3, o forse dovrei dire che l’opzione 3 ha scelto noi. Non avevamo la macchina e non avevamo abbastanza tempo per l’escursione (né conoscevamo il percorso, perché non l’avevamo pianificato). Se volevamo arrivare a Gásadalur, dovevamo camminare. E allora abbiamo camminato.
La strada è tranquilla e anche il tunnel lo è. Certo, uno non sceglie di attraversare un tunnel buio di 1.5 km, se può. In mancanza d’altro, però, ha funzionato e non è la cosa più pericolosa che abbia fatto nella vita.
Intanto, nel tunnel non c’è buio pesto e, con l’aiuto della torcia del telefono, vedrete sempre dove mettete i piedi. Fra l’altro, è un tunnel a senso unico, per cui le auto guidano abbastanza piano. Altri tunnel delle Faroe sarebbero impossibili da attraversare a piedi (vedi quello che unisce Vágar e Streymoy): le macchine corrono troppo e c’è troppo poco spazio sul ciglio della strada perché ci si possa camminare in sicurezza.
Già quando, prima di partire per le Faroe, avevo letto dei modi in cui arrivare a Gásadalur, avevo letto del tunnel e di come fosse fattibile attraversarlo a piedi.
Ciò detto, se decidete di attraversare il tunnel per Gásadalur (o se non avete altra scelta), state super attentissimi a ogni passo. È importantissimo.

Tunnel
Subito dopo l’uscita dal tunnel, c’è una curva. Continuate e, poco avanti, Gásadalur si materializzerà in lontananza proprio di fronte a voi. Non riuscivamo a credere di esserci arrivate, forse perché era l’ultima cosa che ci aspettavamo di vedere quel giorno.
Prendetevi del tempo per ammirare il paesaggio, forse uno dei più perfetti e meravigliosi che io abbia mai visto. Fra l’altro, come accennavo più sopra, l’escursione lungo il sentiero del postino termina proprio accanto all’uscita del tunnel. Magari vedrete qualcuno scendere dal ripidissimo sentiero che c’è lì.
La strada principale (piena di tornanti) prosegue lungo il pendio e porta dritti fino al villaggio. Mentre scendete, però, e Gásadalur si fa sempre più vicina, vi colpirà soprattutto la vastità del paesaggio. Gásadalur in sé è un villaggio molto piccolo, ma sullo sfondo della caratteristica montagna che la sovrasta sembra davvero un paesino in miniatura.

Gásadalur

Gásadalur
Né le montagne sulla parte destra della strada appaiono meno maestose…
A un certo punto vedrete spuntare anche la parte alta della cascata di Mulafossur, proprio sotto Gásadalur. Per vederla bene, è necessaria una piccola deviazione dalla strada principale. A un certo punto c’è un sentiero sterrato sulla sinistra, che vi porta a una specie di punto panoramico recintato. Da lì sì che la cascata si vede bene.

Gásadalur e cascata di Mulafossur
La meraviglia assoluta del paesaggio vi lascerà ancora una volta senza parole: il getto della cascata che si tuffa instancabile nell’oceano…

Cascata di Mulafossur
… un po’ di arcobaleno che all’improvviso colora la cascata stessa rendendo ancora più speciale una vista già spettacolare…

Cascata di Mulafossur
… e il mare turchese scaldato appena dal sole di inizio maggio…
C’è anche un secondo sentiero a sinistra della strada, prima di raggiungere Gásadalur. Quello vi porta attraverso le distese erbose che coprono i pendii sopra e sotto Gásadalur e lungo il torrente che poi diventa cascata di Mulafossur.

Gásadalur e cascata di Mulafossur
Qualche pecora faroese vi terrà compagnia a ogni passo…
E se, a questo punto, vi sembra di aver visto tutto, diciamo che in parte vi sbagliate. C’è ancora una cosa che dovreste fare prima di pensare di lasciare Gásadalur.
Ricordate il punto panoramico recintato cui ho accennato poco sopra? C’è un altro sentiero che inizia lì vicino. Seguitelo fino alla fine, dove si trova un altro punto panoramico meno scontato. Da lì vedrete veramente tutto: il villaggio e la cascata insieme, il mare blu, i pendii erbosi, le montagne…
‘Sembra un quadro’, a volte si dice per descrivere qualcosa che è troppo bello per essere vero. Ecco, quella vista di Gásadalur è come un quadro. Il bello è che non lo è.

Gásadalur e cascata di Mulafossur
Di ritorno verso Sørvágur ci siamo imbattute in una delle cose più straordinarie che io abbia mai visto alle Faroe (e in vita mia): una famiglia di oche faroesi in giro per l’isola. Appena siamo uscite dal tunnel, le abbiamo viste sul ciglio della strada. Sembrava non sapessero bene da che parte andare. Alla fine sono rimaste lì un po’ e poi sono andate verso le montagne, fino a sparire come puntini minuscoli nel paesaggio sconfinato. Che meraviglia!
Abbiamo anche attraversato Bøur una seconda volta. Mentre camminavamo lungo l’unica strada che attraversa il villaggio, abbiamo scoperto che stavano girando un film. C’erano attori in costume e anche un calesse trainato da cavalli: sembrava di essere tornati indietro nel tempo, che spettacolo!

Bøur

View from Bøur
Sono super contenta che non siamo andate né tornate in macchina da Gásadalur, altrimenti magari da Bøur non ci saremmo neanche passate.
Eravamo quasi a Sørvágur, quando un’auto ha accostato accanto a noi e ci ha offerto un passaggio. Chi la guidava si è rivelato essere un blogger, fotografo e giramondo australiano. Questi, per pura coincidenza, stava andando a vedere Trøllkonufingur, per cui alla fine ci ha portato proprio fino a Sandavágur. Non potevamo credere che ci fosse andata così bene, ma eravamo così stanche che abbiamo deciso di non porci inutilmente troppe domande.

Sørvágur

Sørvágur
io ho fatto il percorso inverso. Dovevo andare a Gasadalur ma visto il tempo infame, tempo che alle Far Oer cambia repentinamente nell’arco della stessa giornata, mi sono ritrovato a Mykines.
sono riuscito senza fare la prevista prenotazione on-line e mi sono ritrovato in un paradiso come può essere Gasadalur. Si, perchè le isole sono piene di questi scorci incantevoli.
Gita vivamente consigliata il faro di Kallur.
far Oer i love you.
Ciao Giorgio,
che meraviglia, ho cominciato a voler andare a Mykines ancora prima di partire e non ho ancora smesso di volerla vedere. A volte uno pianifica tutto meglio che può e basta poco perché i piani vengano completamente ribaltati. A volte, come nel tuo caso, succedono giornate come quella che è successa a te 😀 Grazie del messaggio!