A chi ha già familiarità con le Isole Faroe questa introduzione magari potrà sembrare noiosa, pesante e/o del tutto inutile. D’altra parte, non sono sicura che proprio tutti sappiano molto delle Faroe (io stessa sapevo ben poco), mi permetto di fare una (relativamente) breve, ma ampia panoramica del ‘cosa’, ‘dove’ e ‘come’ delle isole*.
Le isole
Le Faroe sono un arcipelago di 18 isole situate nell’Oceano Atlantico a nord delle isole britanniche, a sud est dell’Islanda e a ovest della Norvegia.
Trovate qui un’introduzione a tutte le isole, o quasi. Non mi soffermerò più di tanto su quelle che non ho visitato. Se lo facessi, mi limiterei a fare copia-incolla di informazioni prese a caso da guide e dépliant, che non è l’intento di questo blog.
Faccio però riferimento a tutte le isole, così da rendere la mia introduzione effettivamente completa, e nomino giusto un paio di curiosità o informazioni essenziali, altrimenti sembra proprio che io faccia la ‘lista della spesa’.
Vágar
A meno che non andiate alle Faroe in nave, Vágar è la prima isola su cui metterete piede quando atterrate. È qui, infatti, che si trova l’aeroporto, l’unico in tutto l’arcipelago.
Vágar potrà non essere o sembrare la più remota e isolata delle Faroe, soprattutto rispetto a Kalsoy o anche il nord di Eysturoy, ma ha decisamente la sua dose di paesaggi spettacolari e natura meravigliosa. Mete topiche di Vágar sono Gásadalur e la cascata di Mulafossur, il delizioso villaggetto Bøur, il lago Sørvágsvatn e la montagna Trælanípa (proprio affacciata sull’oceano), i villaggi abbandonati di Víkar e Slættanes nella parte nord-est, che è anche la più remota di tutta l’isola.

Sandavágur, isola di Vágar
Mykines
L’isola più occidentale delle Faroe attrae in modo particolare turisti ed escursionisti, e per ragioni più che valide: la sua posizione geografica, il paesaggio, i percorsi escursionistici, fra cui quello che porta alla costa settentrionale e Mykineshólmur (isolotto accanto a Mykines, collegato a quest’ultima da un piccolo ponte sull’Atlantico), e, ultimo ma non per importanza, la fauna: gli uccelli marini volano a Mykines in grandi quantità per riprodursi, soprattutto nei mesi estivi.
Mykines è avvolta da un fascino obiettivamente unico, quasi misterioso. Sarà per la posizione, che la rende particolarmente remota, anche per gli standard faroesi, o per la natura incredibilmente ‘instabile’ del battello che (teoricamente) ogni giorno la collega con Sørvágur (su Vágar). Il brutto tempo spesso e volentieri condiziona gli spostamenti del battello e, con essi, anche la trepidazione dei tanti turisti che non vedono l’ora di visitare l’isola.
Il traghetto viene cancellato piuttosto spesso e, anzi, a volte non riesce a partire per parecchi giorni di fila in caso di maltempo. Neanche svegliarsi con il sole su Streymoy o Vágar è abbastanza, se il giorno prima il tempo era brutto. Potreste comunque arrivare a Sørvágur e scoprire che il traghetto è stato cancellato per effetto del maltempo del giorno prima e le onde alte sulla costa di Mykines.
Il personale marittimo a Sørvágur è in costante contatto con i colleghi di Mykines, che forniscono aggiornamenti in tempo reale sulle possibilità che il traghetto parta.
Dunque, se avete un traghetto prenotato (che, fra l’altro, dovete comunque prenotare in anticipo, sul sito www.mykines.fo o tramite un’agenzia turistica locale), vi conviene:
1. controllare il meteo a Mykines il giorno della (prevista) partenza;
2. aspettarvi comunque cancellazioni dell’ultimo minuto, anche quando la partenza è apparentemente confermata.
In un certo senso, è tutto parte del fascino di Mykines.
Streymoy
Streymoy è la più grande di tutto l’arcipelago. È l’isola della capitale Tórshavn, per cui è anche l’epicentro della rete di bus locali.
I suoi punti di attrazione principali includono le scogliere di Vestmanna (in una parola: WOW), villaggi di pescatori qua e là sulla costa (fra cui Saksun e Hvalvík), fiordi e percorsi escursionistici che non deludono.
Da Streymoy partono anche le navi che portano alle isole meridionali: Nólsoy e Suðuroy da Tórshavn, Hestur e Sandoy da Gamlarætt (a sud-ovest della capitale).

Scogliere di Vestmanna, isola di Streymoy
Koltur, Hestur e Nólsoy
Koltur, Hestur e Nólsoy sono le tre isole situate appena al largo delle coste di Streymoy: Hestur e Koltur a ovest, Nólsoy a est.
Ci vogliono solo venti minuti per arrivare a Nólsoy da Tórshavn. L’isola ha il porto, (cosa non scontata), un proprio ufficio turistico e qualche negozio. Ci sono anche opzioni di pernottamento. Aggiungete percorsi escursionistici notevoli, case e monumenti di importanza storica, colonie di uccelli marini (soprattutto procellarie e pulcinelle di mare, o puffin) e avete la perfetta ‘gita fuori porta’ da Tórshavn.
Tórshavn stessa offre viste stupende di Nólsoy dalla costa. Tipo, se dalla stazione dei bus prendete la strada principale verso il forte di Skansin, girate a destra al primo incrocio. Lì vedrete uno spiazzo erboso accanto a una fermata del bus, proprio vicino al forte. Fate due passi verso le rocce ed ecco Nólsoy proprio di fronte.
Come per alcune isole settentrionali (vedi il paragrafo dedicato qui sotto), le coste settentrionale e occidentale di Hestur sono rese praticamente inaccessibili da pendii altissimi e super ripidi. Lo stesso traghetto, quando riesce a salpare, arriva sul lato orientale dell’isola, che, del resto, consiste principalmente di alte scogliere e uccelli marini.
Hestur misura solo 6 km2 di superficie e ospita circa 15 abitanti. Eppure, con i suoi 2 km2 di superficie e due abitanti (marito e moglie), Koltur riesce a far sembrare estesa e ‘affollata’ perfino Hestur.
Koltur è la terza isola più piccola delle Faroe, ma è sorprendente il modo in cui i suoi (pochi) abitanti riescano a mantenere vive alcune delle più longeve tradizioni locali (agricoltura e allevamento). Non a caso, Koltur ha ottenuto lo status di parco nazionale.
Vorrei tantissimo visitare Koltur, anche se non è semplicissimo: ci si può andare solo in elicottero in giorni ben precisi della settimana.

Escursione al lago Sørvágsvatn, isola di Vágar
Sandoy, Skúgvoy, Stóra Dímun, Lítla Dímun and Suðuroy
Sono queste le cinque isole che formano la parte meridionale dell’arcipelago.
Quella più a nord è Sandoy, a cui si arriva in 30 minuti di traghetto da Gamlarætt. Le coste e il terreno di Sandoy sono in media più ‘morbidi’ e sabbiosi rispetto a quelli delle altre isole della zona.
Skúgvoy si trova al largo della costa sud di Sandoy, che è anche da dove partono il traghetto e l’elicottero per Skúgvoy. L’isola è piuttosto piccola: ci vive solo una ventina di persone. Che, in realtà, sono comunque tanti rispetto a Stóra Dímun e Lítla Dímun, entrambe situate appena a sud di Skúgvoy.
La prima, la più grande fra le due, è raggiungibile solo in elicottero, anche se i venti forti possono complicare non poco l’atterraggio. L’isola, incredibile ma vero, è abitata: ci vive una famiglia.
Al contrario, la seconda non lo è: Lítla Dímun è la più piccola delle 18 Faroe (con una superficie di 1 km2) e l’unica disabitata dell’arcipelago.
Il traghetto da Tórshavn a Suðuroy passa accanto a Stóra Dímun e Lítla Dímun, che si vedono benissimo da lì (visibilità permettendo). Altrimenti, una volta all’anno vengono organizzati tour ad hoc per entrambe le isole, anche se sono piuttosto costosi. Il tour è l’unica possibilità di mettere piede su Lítla Dímun.
Con circa 5,000 abitanti, Suðuroy è la più grande e popolosa delle Faroe meridionali. C’è una strada che l’attraversa per intero da nord a sud e si dà il caso sia anche l’unica strada dell’isola.
Le scogliere popolate da uccelli marini (per esempio Eggjarnar) sono fra gli elementi principali del paesaggio. Altrimenti, c’è un percorso escursionistico che attraversa anch’esso l’isola da nord a sud e, ovviamente, non coincide con la strada. È lungo quanto una maratona (42 km) e richiede due giorni pieni per essere coperto. Che bellezza.
Eysturoy
Con Eysturoy la situazione comincia a farsi più complicata. Se non avete la macchina, esplorare l’isola potrebbe non essere facilissimo, soprattutto se la vostra ‘base’ è su Vágar. I bus ci sono e sono efficienti, ma non sono particolarmente frequenti, senza contare che la distanza da coprire per raggiungere i villaggi e gli insediamenti presenti sull’isola potrebbero rendere il viaggio (molto) lungo.
Anche Eysturoy, seconda isola delle Faroe, ha la sua buona dose di luoghi di interesse e posti spettacolari. Questi includono:
– Eiði, piccolissimo villaggio sulla costa nord;
– le famose rocce Risin ed Ellingin, che, viste da Eiði, sono davvero spettacolari;
– Slættaratindur, la montagna più alta di tutte le Faroe (882 m);
– Gjógv, villaggio meraviglioso nella parte nord-ovest di Eysturoy, che somiglia davvero a un quadro: il colpo d’occhio è bellissimo e molto ‘faroese’.

Gjógv, isola di Eysturoy
Le isole settentrionali: Kalsoy, Borðoy, Kunoy, Viðoy, Svínoy e Fugloy
Le isole del nord erano veramente fuori portata stavolta per noi: avevamo troppo poco tempo per visitare anche quelle. Solo a leggerne, però, a uno viene davvero voglia di andarci.
Alcune sono ancora accessibili con i mezzi pubblici via terra. È il caso di Borðoy, dove si trova la seconda e più popolosa località delle Faroe, Klaksvík.
A Klaksvík ci si arriva in bus (e, se pianificata bene, funziona come gita in giornata da Tórshavn) e in elicottero (pure mezzo ‘pubblico’, in un certo senso – vedi paragrafo dedicato poco sotto).
Kalsoy l’abbiamo giusto vista da lontano mentre andavamo a Gjógv, ma occupa una posizione molto alta nella mia lista di cose da vedere la prossima volta. L’isola, ben collegata a Klaksvík via traghetto, è facilmente riconoscibile per la caratteristica forma oblunga. Una delle sue attrazioni principali è la scultura della donna-foca (chiamata ‘Kópakonan’) nel villaggio principale, Mikladalur. Anche da lontano, però, valli e montagne dicono chiaramente che c’è anche ben altro da vedere a Kalsoy.
In proporzione, le altre isole settentrionali sono ben più isolate e difficili da raggiungere. È il caso di Kunoy, che ha veramente pochi villaggi e paesini sul proprio territorio, nonché una costa occidentale praticamente inabitabile: i pendii sono troppo ripidi e le aree pianeggianti pressoché inesistenti.
Ci sono almeno due motivi per cui vorrei andare sull’isola di Viðoy. Uno è la punta settentrionale dell’isola, occupata da Capo Enniberg, scogliera che scompare nell’oceano da 754 metri di altezza in modo quasi perpendicolare. L’altro è il piccolo villaggetto chiamato Viðareiði, che si trova sulla costa orientale. Oltre a offrire un affaccio spettacolare sulle isole adiacenti, è praticamente l’unica area dove l’agricoltura è praticabile.
Le isole più remote sono Svínoy e Fugloy. Già solo arrivarci è un’esperienza unica e speciale. Nessuna delle due possiede un porto, per cui, se ho capito bene, bisogna aspettare il momento giusto e, beh, saltare dalla barca sulla costa. Dovrebbe essere possibile arrivarci anche in elicottero, ma la fattibilità del viaggio ovviamente dipende dal tempo. Quanto al resto, a dispetto della posizione isolata, sia Svínoy sia Fugloy hanno più aree pianeggianti rispetto alle altre isole del nord.
Popolazione
Le Faroe hanno una popolazione di circa 50.000 abitanti e fra le 70.000 e le 80.000 pecore. 17 isole su 18 sono abitate, ma state sicuri che, a prescindere da quali isole visitiate, rocce o montagne scaliate e quali escursioni scegliate, incontrerete comunque più pecore che persone.
Trasporti
Ovvero ‘come muoversi all’interno dell’arcipelago. Le opzioni sono: auto, bus, elicottero e traghetto.
Noleggiare un’auto è senz’altro il modo migliore per muoversi, nonché quello che più fa risparmiare tempo. La rete di strade è buona (quasi) ovunque, senza contare che molte delle isole sono collegate fra loro da ponti e/o tunnel.
Oltre a ciò, avere un’auto significa anche poter raggiungere villaggi piccoli e isolati in cui il trasporto pubblico non arriva.
Se non avete in programma di procurarvi un’auto, potete comunque contare su un’efficiente rete di autobus (di colore blu).
Va da sé che ‘contare su’ vuol dire anche ‘dipendere da’ e la cosa ha i suoi contro:
– i bus non passano così spesso (in media ogni ora o due ore, a seconda del bus), cosa che potenzialmente rischia di ritardare o scombinare il piano della giornata se perdete quello che ‘dovevate’ assolutamente prendere;
– la rete di bus è, sì, efficiente, ma comunque limitata a determinate porzioni di determinate isole;
– Tórshavn è punto di partenza e arrivo di molte tratte (per esempio per e da Saksun, Klaksvík e Vestmanna). Se non siete di base a Tórshavn, ciò implica due cose.
1. A Tórshavn ci dovrete comunque arrivare (in bus) e dovrete essere lì in tempo utile per la partenza del secondo bus. Analogamente, dovrete rientrare poi nella capitale in tempo per prendere (almeno) l’ultimo bus che dalla capitale vi riporta a ‘casa’.
2. I tempi di percorrenza complessivi da e per la destinazione di riferimento saranno ancora più lunghi di quanto sarebbero se vi doveste fermare a Tórshavn, quindi avrete anche meno tempo a disposizione per visitare il posto in cui siete andati.
L’elicottero, incredibile ma vero, è un mezzo di trasporto super tradizionale e super comodo per spostarsi fra le isole. Il servizio è fornito dalla compagnia aerea di bandiera, Atlantic Airways, e per gli standard faroesi è anche parecchio economico.
Assicuratevi di documentarvi in anticipo su orari e ‘logistica’ dei viaggi in elicottero. In particolare, ricordatevi che si possono solo comprare biglietti di sola andata per uno stesso giorno: l’acquisto di biglietti andata e ritorno per lo stesso giorno non è permesso.
Per alcune destinazioni (tipo Klaksvík), potete scegliere di arrivarci in elicottero anche quando sono disponibili altri mezzi di trasporto. Altre (tipo Koltur), invece, non vi lasciano alternative: sono raggiungibili solo in elicottero.
I traghetti, infine, collegano principalmente Streymoy con le isole meridionali oppure quelle meridionali e quelle settentrionali al loro interno.
Il principale snodo di Streymoy è sempre Tórshavn, il cui terminal dei traghetti è nello stesso complesso che fa da stazione dei bus. Solo le navi per Hestur e Sandoy partono da Gamlarætt, a sud-ovest della capitale.
Diversamente, i traghetti fra le isole nordiche partono da Klaksvík, mentre quelli per Mykines partono e ritornano a Sørvágur, su Vágar.

Strada verso Gásadalur, isola di Vágar
Fauna
A proposito di pecore. Le pecore sono una componente essenziale della fauna faroese a tutti i livelli. Sono un elemento di base del paesaggio, sono importanti per l’economia e… diciamocelo, sono bellissime e buffissime da vedere, soprattutto quando scivolano goffamente sotto il guardrail dopo aver attraversato la strada e scompaiono agilmente lungo il pendio. Grazie a loro il concetto di ‘farla da padrona’ acquista nuovo significato: alle Faroe loro la fanno veramente da padrona. Quando le vedete, ferme o in movimento, sulle scogliere più ripide, sembrano aver vinto a mani basse una sfida contro la forza di gravità.
La nostra guida di Gjógv ci ha detto che praticamente tutte le pecore hanno un ‘padrone’, ma vengono comunque lasciate in libertà: generalmente rimangono nella propria area ‘di riferimento’ e sopportano bene sia i venti forti sia il tempo estremamente variabile.
L’altra tipologia di fauna più ricorrente sono gli uccelli marini. Non me ne intendo tanto, ma perfino io a momenti imparavo a riconoscerli, quando li vedevamo volare o appollaiati sulle rocce. Mi sto appassionando all’argomento. Gabbiani, gabbiani tridattili, urie, beccacce di mare (il volatile-simbolo delle Faroe!), sule, edredoni, pulcinelle… Insomma, sono veramente tanti.
Alcuni si trovano più o meno su tutte le isole, altri ne abitano solo alcune in particolare (tipo le urie, solo a Mykines).
La fauna marina è altrettanto interessante e variegata. Ci sono, beh, tanti pesci, visto che sono l’unica e sola base fondamentale dell’economia faroese (degli impianti di acquicoltura dirò qualcosa in più in uno dei prossimi post). Ci sono anche diverse specie di balene (di cui solo quella chiamata ‘pilota dalla pinna lunga’ viene cacciata, sulla base di un rigoroso calendario annuale) e, anche se meno ricorrenti, alcune specie di delfini.
Il paesaggio
Una delle cose che mi ha colpito di più quando mi sono documentata sulle Faroe prima di partire è stato leggere che ‘non ci sono specie indigene di alberi’. Ho potuto constatare che è vero. Magari vi capiterà anche di vedere qualche albero, ma non perché è cresciuto naturalmente lì.
Insomma, scordatevi foreste, alberi folti e tutto il resto: il paesaggio delle Faroe consiste quasi in toto di roccia e terreno erboso. Non a caso, l’agricoltura è praticabile solo in alcune zone.
Mentre andavamo a Gjógv, la nostra guida ci ha spiegato anche l’importanza del legname trasportato dal mare. In passato, il legname che arrivava a riva trasportato dal mare era considerato talmente prezioso da non essere usato per accendere il fuoco, bensì come materiale da costruzione. Non so quanto questo utilizzo sia ancora ‘in voga’, ma non mi sorprenderebbe se magari lo fosse, soprattutto in zone particolarmente remote.
Un’altra cosa che noterete è la ricorrente presenza di muretti in pietra (o reti) sui pendii di montagne e colline. Questi segnalano il confine tra campo interno e spazio esterno. Il primo corrisponde all’area immediatamente circostante un villaggio, mentre il secondo indica i campi aperti. Se fate un’escursione, è probabile che vi troviate ad attraversare il cancello fra area interna e area esterna poco dopo che avete iniziato a camminare.

Passeggiata verso Trøllkonufingur, isola di Vágar
Il meteo e le ‘tre S’
È incredibile come alle Faroe il concetto di ‘meteo variabile’ assuma nuovo significato. Per via della posizione geografica, le isole sono ‘in balìa’ della Corrente del Golfo. Il che spiega come il tempo possa cambiare così rapidamente da un minuto all’altro.
Detto ciò, mai nella mia vita ho avuto esperienze di tempo variabile fino a questo punto. Magari c’è il sole, ma poi arrivano nuvole che si muovono rapide e… Oh, temporale. Ma il temporale dura cinque minuti e… Oh, il sole. No, aspetta… Nuvole e- ah, piov- no, ha smesso, c’è il sole. Non esagero, è successo davvero.
Oppure, magari, quando vi svegliate piove e poi semplicemente continua a piovere tutto il giorno, finché, nel tardo pomeriggio, il cielo non si apre e in un attimo non c’è traccia di maltempo.
Insomma, uno non sbaglia se riassume il paesaggio e il meteo delle Faroe nelle ‘tre S’: selvagge, spazzate dal vento e… super-piovose.
Escursioni nelle isole
Ci sono diverse agenzie del posto che organizzano gite di mezza giornata o di una giornata intera in alcune zone dell’arcipelago (tipo le scogliere di Vestmanna, Mykines o la parte nord di Eysturoy) oppure visite a tema legate a tradizioni e costumi locali (come concerti di musica faroese, workshop di lavorazione della lana e così via).
Alcune uscite possono essere pianificate individualmente (per esempio il giro in barca a Vestmanna o il traghetto per Mykines). D’altra parte, i giri guidati possono tornare utili se non noleggiate una macchina (e il posto in cui volete andare non è servito dal trasporto pubblico) o semplicemente non vi va di fare tutto da soli.
Agenzie conosciute a cui potete rivolgervi (di solito in lingua inglese) se volete prenotare un’escursione, partecipare a un evento a tema o, in alcuni casi, anche noleggiare un’auto sono:
Green Gate Incoming: https://www.greengate.fo/eng
62°N Travel: https://www.62n.fo/en
Reika Adventures: https://www.reika.fo/.

In giro per l’isola di Eysturoy
Il nostro giro
Questo è il piano di visita (in parte predefinito e in parte improvvisato) del nostro (primo) viaggio alle Faroe:
Giorno 1 – Gita in macchina da Tórshavn a Gjógv (con fermate intermedie) e visita della capitale.
Giorno 2 – Escursione da Miðvágur a Sørvágsvatn e, poi, passeggiata da Sandavágur a Trøllkonufingur.
Giorno 3 (prima cancellazione del traghetto per Mykines) – A piedi da Sørvágur a Bøur, Gásadalur e cascata di Mulafossur… e ritorno a piedi fino a Bøur.
Giorno 4 (seconda cancellazione del traghetto per Mykines) – Vestmanna e uscita in barca alle omonime scogliere.
Come avrete forse intuito da osservazioni precedenti, no, stavolta non abbiamo noleggiato la macchina. Non sarà stata la scelta più saggia, ma non me ne pento. Non è una cosa che siamo abituate a fare quando viaggiamo. Inoltre, sapevamo che saremmo comunque riuscite a vedere solo una porzione minima delle isole (visti i pochi giorni a disposizione).
Per cui, per il primo viaggio alle Faroe, abbiamo deciso di ‘accontentarci’ dei bus e (con qualche eccezione) concentrarci su mete raggiungibili con i mezzi.
La prossima volta sì che noleggeremo la macchina e, speriamo, ci passeremo qualche giorno in più.
Inoltre, non abbiamo alloggiato a Tórshavn, bensì sull’isola di Vágar. L’ostello e campeggio Giljanes, proprio affacciato sulla baia a metà strada fra i villaggi di Sandavágur e Miðvágur, è stato la nostra piccola ‘casa’ faroese.

Isola di Vágar, vicino all’ostello e campeggio Giljanes
* Informazioni generali, fatti e curiosità sulle isole (soprattutto quelle che non ho visitato) sono in parte presi in prestito dalla guida Faroe Islands (in lingua inglese) di James Proctor, edita dalla Bradt, oltre che da siti web quali Visit Faroe Islands. Giudizi e opinioni sono però miei, né le informazioni vengono presentate come fatti se non sono state precedentemente verificate.