Ucraina 2017 (9/10). Lviv in 7 luoghi e 38 scatti

Quando sono andata a Lviv, non ho avuto molto tempo per visitare la città, eppure è stato facile cogliere l’autentico fascino che la caratterizza. Il centro storico è veramente belissimo senza contare che la città la sa lunga in fatto di caffè e cioccolato. Come può non piacere? E allora andiamo a fare un giro!

 

Uno potrebbe tranquillamente descrivere Lviv come autenticamente ucraina e allo stesso tempo autenticamente europea: i due aggettivi non si escluderebbero a vicenda.

Cinquant’anni di dominio sovietico hanno avuto un duplice e notevole impatto sulla città. Da un lato gli abitanti di Lviv vanno assai fieri delle proprie identità e tradizioni. Dall’altro (loro come gli abitanti dell’Ucraina occidentale in generale) sono decisamente aperti a chi arriva in città da fuori.

A Lviv si respira un’aria davvero europea, che mi ha ricordato altre mete assai gettonate dell’Europa centro-orientale, come Breslavia e Praga. Solo che, al contrario della prima e, soprattutto, della seconda, Lviv non è ugualmente gremita di turisti (per quanto riceva, a buon diritto, un congruo numero di visitatori).

Quel che è fuori questione è che, in media, la gente del posto è piuttosto riluttante a parlare russo, a prescindere dal fatto che conoscano la lingua o meno. È davvero così: anche a Kiev e Odessa avevamo sempre parlato russo, senza mai trovarci davanti a una simile reazione. Ci sono invece cartelli e materiali informativi in inglese in abbondanza.

La somiglianza con città polacche e la (relativa?) ostilità con la Russia non sorprendono se uno pensa alla storia della città, che faceva parte della Polonia prima di essere invasa dalla Germania nazista prima e annessa dall’Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale.

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatti 1, 2 e 3: Ploshcha Rynok

Abbiamo trascorso a Lviv meno di due giorni durante il nostro tour ucraino. Come per Kiev e Odessa, il tempo a disposizione non è stato sufficiente per girarla per intero, ma è sicuramente bastato per cogliere appieno il fascino autentico della città.

Questa è Lviv come l’ho vista io, in 7 luoghi e 38 scatti.

 

1. Ploshcha Rynok: la piazza del mercato

Ploshcha Rynok (Площа Ринок), la piazza principale di Lviv, si trova proprio nel cuore del centro storico e definirla ‘bella’ è quasi dispregiativo.

Coperta da ciottoli ordinati e cromaticamente perfetta, la piazza è incorniciata sui quattro lati da qualche decina di edifici che, fra l’altro, hanno tutti le stesse dimensioni, lo stesso numero di finestre per piano (di solito tre o quattro) e lo stesso numero di piani (tre o quattro).

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatto 4: Ploshcha Rynok

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatto 5: Ploshcha Rynok

È fin troppo facile girare Ploshcha Rynok e ammirare i palazzi che la delimitano. Prima o poi, tanto, il vostro sguardo sarà rapito dal Municipio (‘Ratusha’ in ucraino), l’edificio giallo chiaro che domina la piazza. Imponente ma elegante, è reso ancora più inconfondibile dalla torre centrale, cui i visitatori possono accedere per godere della vista dalla cima.

La piazza è vivace e tanto affollata di turisti e gente del posto quanto ricca di insegne e chioschi. Aggiungeteci qualche musicista di strada (più o meno occasionale), impegnato a intrattenere gli astanti ad angoli strategici della piazza, e avete il quadro completo.

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatti 6 e 7: Ploshcha Rynok, Municipio (sinistra) e fontana del Nettuno (destra)

 

2. Caffè e cioccolato

Okay, chiarito che Ploshcha Rynok non può mancare nella vostra lista di ‘cose da vedere’ a Lviv, tenete a mente che le due parole-chiave con cui fa rima Lviv sono ‘caffè’ e ‘cioccolato’, ovvero, il meglio in assoluto.

La città ha una lunga tradizione di produzione di caffè, che risale al XVII secolo, quando furono aperte le prime caffetterie. Va da sé che il profumo di caffè è nell’aria di Lviv più o meno come l’ossigeno, per cui vi ‘colpirà’ quando meno ve l’aspettate.

I bar che servono buon caffè non mancano, ma se c’è un posto speciale in cui dovreste andare, è la Miniera del Caffè. Si trova nella piazza principale e include sia la caffetteria vera e propria (ampi locali e un colorato e luminoso giardino coperto) sia, beh, la miniera.

Sì, perché a Lviv è così che producevano il caffè. Il caffè non ‘cresceva sugli alberi’: veniva estratto da sottoterra. E sottoterra potete andare nella miniera, se indossate l’elmetto che trovate giù dalle scale e vi orientate lungo i bui corridoi con il soffitto basso che vi riportano rapidamente al passato e ai passati metodi di estrazione. Super interessante e super divertente!

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatti 8, 9 e 10: Ploshcha Rynok, Miniera del Caffè (sinistra) e Museo Storico (centro e destra)

Non potete andarvene senza provare una delle (tante) bevande a base di caffè sul menù, alcune delle quali suonano davvero come esperimenti senza precedenti. Anche io mi sono lasciata trasportare dalla lista di opzioni e, pur essendo fan assoluta del caffè nero più puro, mi sono fatta tentare da una discutibile combinazione di caffè con zenzero, menta e liquore allo zenzero.

Il cameriere mi ha portato due tazzine e un bicchiere su un vassoio. Ha versato il contenuto di una tazza nell’altra (che era vuota) e se n’è andato. Non avevo la più pallida idea di cosa fare, se, cioè, ci fosse altro da predisporre per la bevuta. Alla fine ho abbinato i contenuti della tazza e del bicchiere un po’ a sentimento e ho buttato giù tutto.

Continuo a pensare di aver sbagliato qualcosa, perché è stata un’esperienza troppo ‘singolare’ nell’insieme, troppo sbilanciata a favore del bere che a favore del caffè in sé. Ordinerei la stessa cosa solo per chiedere istruzioni in più su come va consumata. Pazienza.

Lviv, statua di Kulchytsky

Scatto 11: statua di Kulchytsky

Ultima (ma non per importanza) curiosità sull’argomento: pare che il caffè sia stato introdotto in Europa da un nobile polacco nativo di Lviv, Jerzy (Yuriy) Franciszek Kulczycki (Kulchytsky). Nel 1863, durante l’assedio turco di Vienna, pare che Kulchytsky riuscì a lasciare la città per chiedere aiuto. Poi, lo stesso Kulchytsky utilizzò i sacchi di grani di caffè abbandonati dai turchi (sconfitti) per aprire una delle primissime caffetterie di Vienna.

Fu così che nella sua città natale venne costruita e inaugurata una statua di Kulchytsky; la trovate in piazza Danylo Halytsky, proprio a nord della piazza principale. L’opera rappresenta l’illustre cittadino, fieramente seduto su un muretto, e i sacchi di caffè in grani che furono tanto decisivi per il buon esito della sua impresa.

Lviv, Ploshcha Rynok

Scatto 12: Ploshcha Rynok

Il cioccolato di Lviv non è meno speciale del caffè. Oltre che in negozi specializzati e nel museo dedicato, si trova praticamente in tutte le vetrine di negozi della città. Noi avremo resistito un’ora senza mangiarne. Poi siamo entrate in un negozio di souvenir vicino a Ploshcha Rynok e, basta, era ora di assaggiarlo. È buonissimo e ha una consistenza e un gusto tutti particolari: non troppo dura ma non troppo porosa la prima, non troppo amaro ma comunque intenso il secondo.

Quasi dimenticavo: ovviamente la città ha festival annuali dedicati sia al caffè sia al cioccolato, che si tengono rispettivamente a fine settembre e a metà febbraio. A seconda dei vostri gusti in fatto di caffè e/o cioccolato, questo dettaglio potrebbe aiutarvi a scegliere con cura il periodo in cui visitare la città.

 

3. Prospekt Svobody

Prospekt Svobody (Проспект Свободи) è un ampio corso alberato poco distante dalla piazza principale. Il corso, il cui nome significa letteralmente  ‘Corso della Libertà’, è super frequentato da turisti e gente del posto ed è un elemento fondamentale del centro storico di Lviv.

Il prospekt è dominato da una statua di… Taras Shevchenko! Qui non l’avevo ancora nominato, dopo averlo fatto più volte nei post dedicati a Kiev e Odessa. D’altra parte, come poteva mancare un richiamo a Shevchenko proprio a Lviv?

Lviv, Prospekt Svobody

Scatto 13: Prospekt Svobody

Lviv, Prospekt Svobody, monumento a Taras Shevchenko

Scatto 14: Prospekt Svobody, monumento a Taras Shevchenko

Il monumento venne costruito in Argentina dalla comunità ucraina e inaugurato a Lviv nel 1992. Comprende una statua dell’eroe ucraino e un’alta stele riccamente decorata, che sembra una rappresentazione di arte popolare a forma di onda e pare simboleggiare anche la ripresa del movimento nazionale.

Proseguite lungo il corso e vi troverete davanti al Teatro di Stato dell’Opera e Balletto, edificio imponente e sontuoso la cui dimensione è resa ancora più massiccia dall’ampiezza della via. Costruito in stile neorinascimentale, il teatro mantiene il suo originale aspetto tardo-ottocentesco. La fontana tondeggiante proprio di fronte all’edificio crea un piacevole contrasto con le linee prevalentemente poligonali della facciata.

Lviv, Prospekt Svobody, Teatro Nazionale di Opera e Balletto

Scatto 15: Prospekt Svobody, Teatro Nazionale di Opera e Balletto

Lviv, Teatro Nazionale di Opera e Balletto

Scatti 16 e 17: Teatro Nazionale di Opera e Balletto

 

4. La Cappella Boim ‘e tutte le altre’

In media le chiese di Lviv non somigliano affatto a quelle di Kiev. Mentre queste ultime sono spesso colorate e riccamente decorate, quelle di Lviv hanno per lo più colori neutri e una struttura piuttosto essenziale. Mentre quelle sono soprattutto il risultato di ristrutturazioni abbastanza recenti, queste spesso sono come erano intorno al Cinquecento. L’aspetto ‘vissuto’ ne rivela più apertamente sia l’età ‘avanzata’ sia i secoli di storia.

Non mi soffermerò più di tanto sulla Lviv religiosa. Intanto, come ho detto più volte, le chiese non sono il mio forte. E poi, non ho avuto molto tempo di girarle, per cui non sono una fonte di informazione abbastanza affidabile. Se, però, siete in città per un giorno o due e dovete selezionare con cura le cose da vedere, magari segnatevi queste due.

Lviv, Chiesa e Monastero Benedettini

Scatto 18: Chiesa e Monastero Benedettini

 

Cappella Boim

Quando si parla della facciata della cappella Boim (Каплиця Боїмів), dimenticatevi tutto quello che ho detto sull’aspetto abbastanza essenziale delle chiese di Lviv: è così riccamente decorata che di più non si può e ciò la rende meravigliosamente unica.

La cappella venne costruita a inizio Seicento per volere di Georgi Boim, mercante ungherese di stanza a Lviv che voleva un luogo di sepoltura per sé e per la sua famiglia.

La sua facciata annerita non passa inosservata: è interamente coperta di rilievi scultorei dal chiaroscuro molto accentuato, che raffigurano scene bibliche sul tema della morte.

Oggi la cappella fa parte della Galleria d’Arte di Lviv.

Lviv, Cappella Boim

Scatto 19: Cappella Boim

 

Cattedrale Armena dell’Assunzione della Vergine

Uno degli edifici religiosi più interessanti di Lviv è la Cattedrale Armena. Situata a nord della piazza del mercato, risale al XIV secolo, anche se l’aspetto attuale è il risultato di una ristrutturazione di inizio Novecento.

La chiesa venne chiusa dai sovietici dopo il 1945, quando anche la stessa comunità armena fu smantellata, per poi essere recuperata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila.

È obiettivamente bellissima, anche grazie all’aura vagamente esotica che ne caratterizza l’insieme.

Lviv, Cattedrale Armena

Scatti 20 e 21: Cattedrale Armena

Lviv, Cattedrale Armena

Scatto 22: Cattedrale Armena

 

5. Altri posti da vedere e strade acciottolate

Quando si parla di architettura, Lviv ha un’offerta varia, interessante e… obiettivamente molto bella. Non a caso, il centro storico è sito Unesco dal 1998.

Quando qualcuno visita una città in cui siete già stati, e che quindi vi è un po’ familiare, è facile dirgli cose come: ‘È impossibile perdersi!’, ‘Dopo un po’ lascia perdere la mappa!’ e così via.

Bene, permettetemi di fare la stessa considerazione anche a proposito di Lviv. Dopo che avrete diligentemente spuntato i luoghi ‘obbligatori’ da vedere sulla vostra lista, ritagliatevi un po’ di tempo per girare senza meta. Non ve ne pentirete. È così che la città rivelerà i suoi angoli più inaspettati e bellissimi: viette acciottolate fiancheggiate da palazzi color pastello e facciate singolari. Una delizia per gli occhi.

Lviv

Scatto 23: strade acciottolate

Lviv

Scatti 24 e 25: strade acciottolate (sinistra) e facciate singolari (destra)

Lviv

Scatto 26: palazzi color pastello

 

6. Vysokyj Zamok: la collina del castello

La collina del castello (Високий замок) è l’ideale controparte delle mete turistiche del centro.

La collina su cui venne costruito il vecchio castello si trova a nord est del centro storico e ci vuole circa mezz’ora per arrivarci a piedi. Dal monumento a Kulchytsky in piazza Danylo Halytsky (vedi punto 2), prendete via Maksym Kryvonos: vi porterà direttamente alla collina.

Quando la strada comincia ad andare in salita, saprete che ci siete quasi: i ciottoli diventano terra e la vegetazione si fa più fitta. Entrati nel parco, dovete cercare la scalinata in metallo se volete raggiungere la cima.

Dopo aver percorso un buon numero di gradini, proseguite lungo il sentiero, che corre tutt’intorno alla collina fino alla cima. Lì, al centro di una piattaforma circolare in ciottoli, sventola orgogliosa una bandiera ucraina. Ritagliatevi uno spazio e prendetevi del tempo per ammirare (e senz’altro fotografare) Lviv dall’alto. In presenza di sole e cielo azzurro, il panorama a volo d’uccello che si gode da lassù non potrebbe essere più spettacolare.

Lviv, collina del castello

Scatti 27 e 28: collina del castello

Lviv, collina del castello

Scatti 29 e 30: collina del castello

Lviv, collina del castello

Scatti 31 e 32: collina del castello

Lviv, collina del castello

Scatto 33: vista dalla collina del castello

 

7. Ristorante Nazionale

Mentre eravamo a Lviv, abbiamo cenato al Ristorante Nazionale, che si trova appena fuori dalla piazza principale ed è specializzato in cucina ucraina, caucasica e centro-asiatica. Il locale, anzi, è (anche) noto come ‘Fondo Internazionale per i Varenyky’ (FIV), in quanto si propone di offrire una combinazione gustosa e variegata di piatti tradizionali a prezzo conveniente. Anche il menu include un’esplicita dichiarazione di intenti.

I miei varenyky erano buonissimi, e anche Bobby era soddisfatta dei suoi manti, tipo di ravioli ripieni di carne di manzo originari dell’Asia Centrale, ma ugualmente diffusi altrove (es. nel Caucaso meridionale e in Russia). Non farò neanche il tentativo di addentrarmi nei dettagli delle origini e della storia dei manti, o questo post sarà ufficialmente senza fine.

Lviv, Ristorante Nazionale

Scatti 34 e 35: Ristorante Nazionale

Lviv, Ristorante Nazionale

Scatto 36: Ristorante Nazionale. Varenyky

Abbiamo anche condiviso un khachapuri, un tipo di pane piatto georgiano ripieno di formaggio, che mi fa sempre e comunque venire fame, ogni volta che ci penso. Lo volete assaggiare, credetemi sulla parola.

Ho letto recensioni contraddittorie sul Ristorante Nazionale. La mia esperienza, però, è stata solo positiva, per cui se chiedete a me, io ve lo indicherò sulla mappa così che lo possiate trovare più facilmente.

Ricordatevi che non si può pagare con carta di credito (a meno che qualcosa sia cambiato negli ultimi mesi), per cui controllate di avere contanti prima di entrare!

Lviv, Ristorante Nazionale

Scatto 37: Ristorante Nazionale. Khachapuri

Lviv, Ristorante Nazionale

Scatto 38: Ristorante Nazionale. Manti

 

Ed è tutto da Lviv. Resta solo un’ultima tappa nell’itinerario ucraino. Andiamo a ovest: andiamo a Uzhhorod!

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