Breve storia del perché, dopo sei viaggi (finora), mi piace pensare che questa cosa fra me e la Norvegia possa a buon diritto chiamarsi storia d’amore.
Con le storie d’amore non è che sia sempre tutto bello e perfetto, no? Se fosse così non sarebbe reale, ci sarebbe qualcosa che non va.
A un certo punto ho pensato che per descrivere la ‘cosa’ fra me e la Norvegia la metafora della storia d’amore funzioni. Abbiamo i nostri alti e bassi, discutiamo ogni tanto, ma alla fine ci piacciamo. Parecchio.

2016. Trondheim
Il fatto che (quasi) ogni volta che sono andata in Norvegia finora ci sia stato qualche impre-visto o ‘evento collaterale’ inaspettato potrebbe tranquillamente essere il risultato di una buona dose di sfortuna, lo so. Però mi piace comunque l’idea di chiamarla ‘storia d’amore’, se non vi fa niente. Se il sentimento non è ricambiato, pazienza. Mi piace anche pensare che alla Norvegia io non dispiaccia del tutto, se penso che gli imprevisti e gli eventi collaterali, quando ci sono stati, si sono poi risolti in modo più o meno positivo.
Questo è quello che intendo:
2011. OMMIODDIO finalmente vado in Norvegia, vado in Norvegia per la prima volta, è da quando sono bambina che ci voglio andare! Grazie mamma, andiamo insieme, non vedo l’o-
Super febbre la sera prima di partire per Oslo, che neanche riuscivo ad alzare la testa dal divano. Perchééé.
Siamo miracolosamente riuscite a partire comunque con un giorno di ritardo, quando io avevo circa ripreso a funzionare.

2011. Ålesund
2012. OMMIODDIO torno in Norvegia un anno dopo! Vado a nord del Circolo Polare Artico, vado alle Lofoten e a Tromsø, evviv-
Ricoverano mia nonna poco prima di partire. Ho ovviamente pensato che io e mia mamma non saremmo andate (dovevamo tornarci insieme). Poi mia nonna si è un pochino ripresa, per cui mia mamma mi ha detto che sarebbe stato un peccato se entrambe avessimo dovuto rinunciare e avrei potuto trovare qualcun altro con cui andare. Così ci sono andata e Bobby è venuta con me.

2012. Svolvær, Lofoten
2013. LOL. Tutto quello che poteva succedere nell’arco dei tre giorni che ho passato a Stavanger è successo. Ho già diffusamente parlato dei numerosi episodi che mi sono capitati al tempo. Ecco un comodo riassunto:
– il mio volo Oslo-Stavanger è stato cancellato e sono dovuta andare a Copenhagen e poi a Stavanger da là;
– sono tipo giunta in cima a una montagna (con addosso un paio di sneakers Tiger vecchie e consumate) senza sapere del tutto cosa stesse accadendo;
– ho ricevuto un passaggio inaspettato in macchina da uno del posto mentre andavo a piedi verso Sverd i fjell sotto il diluvio;
– il tizio seduto accanto a me sul treno notturno Stavanger-Oslo ha fatto di quell’esperienza una delle peggiori notti in treno nella storia delle notti in treno;
– ciliegina sulla torta, sono arrivata all’aeroporto di Torp per passarci la notte, salvo scoprire che l’aeroporto stava per chiudere fino alla mattina dopo e il fatto che le mie carte di credito abbiano smesso di funzionare in quel momento non mi ha facilitato il trovare un tetto sotto la testa.
Per cui: LOL.
2015. Okay, mi ha sorpreso un po’ il fatto che non sia successo nulla prima che partissi per Kristiansand con mia mamma. Un mese dopo, però, mi hanno rubato lo zaino a Bratislava e ho perso tutto quello che avevo, inclusi libri, il mio computer e pezzi di tesi magistrale già faticosamente scritti. Non so se vale ai fini di questo post, ma questo episodio vale sempre a prescindere dall’argomento di discussione.

2015. Kristiansand
2016. Ora, il mio giro a Trondheim è stato veramente l’unico caso in cui non ci sono stati impre-visti. È stato così inusuale, quasi ordinario. Certo, mi sono persa nella Bymarka e solo mentre stavo salendo sul tram per Lian mi sono accorta di aver lasciato gli occhiali nel bagno dell’ostello, ma davvero non è successo nient’altro.

2016. Trondheimsfjord, Trondheim
2017. Ho prenotato per Bodø ancora a inizio agosto. Era tutto a posto, tutto confermato. Solo che, giusto un paio di giorni prima di partire, mi è venuto un dolore fortissimo alla spalla. Mi faceva proprio male. Mi sono preoccupata e ho pensato a come avrei fatto ad andare in giro con lo zaino in spalla e fare le escursioni combinata così.
Per farla breve, ho dovuto spostare tutto a metà novembre e in quei giorni di ottobre sono andata a casa a farmi rimettere in sesto. Alla fine è andata bene.
Poi il 15 novembre, mentre io prendevo due aerei da Praga a Oslo e da Oslo a Bodø, Bobby era bloccata all’aeroporto di Praga perché il suo volo aveva 44875843759847 ore di ritardo. Nessuno sapeva quando la situazione si sarebbe sbloccata. Alla fine lei e gli altri passeggeri sono partiti a tarda sera e allora ho potuto smettere di temere che l’avrei trovata ancora lì al mio ritorno in Repubblica Ceca a fine settimana. Ma questa è un’altra storia.

2017. Bodø
Nonostante tutto, amo tutti i viaggi in Norvegia che ho fatto (incidenti ed eventi collaterali inclusi) e li considero un tesoro, uno di quei ‘beni’ che non si possono toccare o possedere, eppure sono fra le cose più reali che uno ha. Niente di materiale, ma a chi serve quello quando puoi vedere posti come la Norvegia e tutta la bellezza che c’è.

2013. Dalsnuten, Stavanger