Prometto solennemente che questo post non supererà le 200 parole. (Cioè, posso provarci.)
12-13 ago 2017. Lo scorso weekend sono tornata a Dresda. Se è vero che ho scritto fiumi di parole sui due giorni che ho passato in città a gennaio (ovvero in quello che è stato Il Weekend Più Freddo della Stagione Invernale 2016-17), so benissimo che potrei farlo di nuovo. Ciò è molto logico, in realtà, perché è sempre così quando ci sono di mezzo posti che piacciono particolarmente: uno ha sempre qualcosa da dire sull’argomento.
Quindi, sono tornata a Dresda, e faceva caldo! E c’era il sole! Che meraviglia.
Ho prevalentemente seguito lo stesso itinerario di gennaio: la Città Vecchia (Altstadt), la Città Nuova (Neustadt), la zona a sud e a ovest di Dr. Külz-Ring e il Großer Garten. E (circa) basta.
Ho praticamente percorso le stesse strade, visto le stesse chiese (da fuori) e gli stessi monumenti e attraversato gli stessi ponti. (E ho sempre mangiato benissimo, ma non è questo il punto.)
Eppure era tutto così incredibilmente diverso da come me lo ricordavo. Colpa (almeno un po’) della spessa coltre di neve che teneva tutto ‘nascosto’.
Sono contenta di aver fatto foto a tutto (di nuovo), perché così posso lasciar parlare loro (io devo attenermi alla regola di cui sopra).
Per farla breve: sono tornata a Dresda e ho visto i suoi colori.
216 parole, mannaggia. Dai, ho sforato di poco.