Moravia del Sud n. 4. I due lati del Parco Nazionale Podyjí. Seconda parte: Liste

Parliamo ancora del Parco Nazionale Podyjí. Ecco qualche lista per suggerire alcuni dei luoghi di maggior interesse in giro per il parco.

 

13/17 lug 2017. Mi sono chiesta più volte come avrei potuto raccontare il Parco Nazionale Podyjí e i suoi luoghi chiave senza dilungarmi in modo esagerato e prolisso.

Alla fine sono giunta alla conclusione che ci sarebbe stato troppo da dire su ogni posto e che descriverli in modo dettagliato uno per uno sarebbe stato troppo anche per il lettore ipotetico più volenteroso, oltre che per la sottoscritta.

Così ho pensato che avrei potuto parlarne in modo meno meticoloso e che fare delle liste mi avrebbe fatto comodo.

Vediamo se funziona.

 

3 momenti che mi hanno avvicinato a Biancaneve persa nel bosco (LOL)

 1. I rumori sinistri e gli spazi sconfinati del parco

Non amo particolarmente Biancaneve, né la mia (lunga) lista di paure include il fatto di trovarmi da sola nel bosco. Eppure. Entrambe le volte che sono stata al Podyjí un paio di volte c’è stata un po’ di inquietudine. Dò la colpa soprattutto a due fattori.

Il primo è il vento. Quando sono andata al la prima volta, c’è stato quasi sempre il vento. Ora, il fruscio delle foglie tra i rami è piacevole da ascoltare e quasi rilassante. Ma il rumore vagamente sinistro dei tronchi sottili che sbattono l’uno contro l’altro, per quanto suggestivo in sé, mi ha messo un po’ d’ansia addosso, devo dire, soprattutto dopo l’episodio di Pálava in cui ‘attenzione-un-albero-è-caduto-lungo-il-percorso’.

Ammetto che un paio di volte mi sono messa a correre nel bosco, tipo quando il vento era forte e gli alberi sbattevano altrettanto forte gli uni contro gli altri.

Il secondo fattore è ‘L’Ignoto’. Nelle altre escursioni in zona Brno/Moravia del Sud mi sono (quasi) sempre trovata (abbastanza) vicina a qualche città o paesello oppure mi è sempre capitato di incrociare altre persone con una certa frequenza. Nessuna di queste due condizioni si è mai realizzata al Podyjí. Anzi, un po’ per volta mi sono resa conto di quanto effettivamente grande fosse il parco e di come tutto il tempo fossi completamente sola e isolata. Non ho incontrato quasi nessuno durante il percorso – e questo ha fatto del Podyjí uno degli ‘incontri’ con la natura più autentici e ravvicinati che mi siano mai capitati.

È stato giusto un po’(chino) inquietante di tanto in tanto. Inquietante a modo suo.

Parco Nazionale Podyjí

 

2. Il bambino urlante

Questo è obiettivamente uno dei miei episodi preferiti, se ci ripenso. Ero appena uscita dai boschi fra Andělský mlýn e Podmolí. Mi sono ritrovata a camminare lungo un sentiero sterrato fiancheggiato sulla sinistra dal bosco e sulla destra dal campo di grano più gigantesco nella storia dei campi di grano.

(Lo so, lo so che ho parlato un sacco dei campi di grano quando ho scritto di Pálava, ma veramente, questo a livello di vastità non teme confronti.)

All’improvviso, fuori dal bosco è spuntato un ragazzino in bicicletta e mi si è fermato proprio davanti. Avrà avuto 11 o 12 anni e il casco nero da bici gli copriva quasi tutti i capelli biondi. Ha farfugliato qualcosa in ceco, troppo in fretta perché potessi seguirlo.

‘Ehi, ti sei perso?’, ho provato a chiedere in ceco/slovacco. Mi ha detto di sì.

Perfetto.

‘Okay, stai cercando i tuoi genitori? Hai idea di dove potrebbero essere?’, gli ho chiesto.

Mi ha detto qualcosa in ceco, ma comunque troppo veloce perché riuscissi a stargli dietro. ‘Okay, non so di preciso dove devi andare, ma vedi laggiù, ci sono un sacco di cartelli, magari ti possono aiutare…?’

Madonna sto ragazzino penserà che sono socialmente tonta.

Aveva uno sguardo un po’ interrogativo (per il quale non posso biasimarlo). Ha farfugliato ancora qualcosa, poi è salito di nuovo sulla bici ed è ripartito a gran velocità.

Oookay, bambino. Ho ripreso a camminare.

Parco Nazionale Podyjí

Pochi minuti e l’ho sentito chiamare a gran voce (in ceco): ‘Papààà’, ‘Papààààà’, ‘PAPÀÀÀÀÀ!!!’.

Seriamente, è andato avanti dieci minuti buoni così, mentre le grida si facevano sempre più lontane man mano che (probabilmente) pedalava nella foresta.

‘Ma che…’ era tutto ciò a cui riuscivo a pensare.

Che dovrei fare? Corrergli dietro, ritrovarlo e farlo ricongiungere alla sua famiglia? Ma come lo recupero adesso? Lui ha anche sì la bici, va più veloce di quanto veloce io potrei mai camminare. Né saprei comunque da dove cominciare.

Così sono rimasta lì ferma qualche minuto, a guardare le spighe e rimuginare. Le grida a un certo punto non si sentivano più e ovunque era tornato silenzio. Ho ripreso a camminare.

Non sono sicura di aver fatto la cosa giusta, non correndogli dietro. Cioè, per certi aspetti sono sicura di non averla fatta, anche se razionalmente non posso fare a meno di pensare che non avessi altre opzioni lì sul momento. è stato un po’ triste. E anche un po’ inquietante. Ma triste, soprattutto.

 

3. Il tratto di sentiero fra Lukov e Čižov

Se ci ripenso, mi rendo conto che sono stata anche troppo cauta quando sono scesa dal bus a Lukov e ho seguito i cartelli per ‘Čižov’ che portavano verso i campi. Per quanto la mappa dicesse chiaramente che stavo facendo giusto, non mi capacitavo del fatto che proprio nessuno seguisse lo stesso sentiero.

Ho raggiunto il campo e mi sono fermata lì. Mi sono sentita persa per un buon venti minuti, tanto che ho pensato di tornare a Lukov e scegliere un altro percorso, magari meglio segnalato. Non c’erano cartelli nei dintorni e il sentiero nel bosco non mi convinceva. Ho provato a seguirlo, ma poi sono tornata nel campo.

All’improvviso ho sentito un fruscio. Veniva dal campo di grano. Mi sono voltata e, oooh, un cervo saltellava nel campo!

L’ho visto giusto pochi secondi, quando è emerso dal campo durante il salto. Fra l’altro, era circa l’una, il sole era alto e, fra quello e il giallo delle spighe, era difficile tenere lo sguardo fisso.

Alla fine ho intravisto un cartello di legno su cui era stata disegnata con lo spray una freccia arancione. Ho tagliato attraverso il campo e finalmente ho preso il sentiero per Čižov!

Parco Nazionale Podyjí

Mentre proseguivo nel bosco, era il silenzio che mi sorprendeva più del resto. Mi rendevo conto che mi muovevo il più piano possibile perché non volevo che niente, tantomeno i miei passi, rovinassero Il Silenzio Perfetto.

Di strada si passa accanto a un laghetto rotondo e poi si incrocia una strada asfaltata, che i cartelli dicono di seguire in salita. Là, finalmente, ecco il cartello del ‘Benvenuti a Čižov‘. È stato quasi surreale. Meravigliosamente surreale. Non ho incontrato nessuno per strada.

Parco Nazionale Podyjí

 

3 punti panoramici che definire ‘belli’ è decisamente riduttivo

È come quando fai vedere a qualcuno una foto di un posto in cui sei stato, che hai amato e che ti ha entusiasmato. E questo qualcuno la commenta dicendo: ‘Che bello!’. ‘Bello?’. Hai detto ‘BELLO’? Perché invece non dire ‘Meravigliosamente bellissimo e incredibilmente wooow’? Gli aggettivi sono importanti.

Parco Nazionale Podyjí

La mia lista dei ‘posti del cuore nel Podyjí ‘ include:

1. Kralův stolec

Kralův stolec è il primo ‘luogo chiave’ in cui mi sono imbattuta nel parco. Ho intuito che valesse la pena andarci perché sia la mappa sia i cartelli lo indicavano come ‘punto panoramico’ (‘vyhlídka’ in ceco).

Non sapevo come avrei capito di esserci arrivata, né cosa aspettarmi. Dopo qualche chilometro di boschi, il sentiero ha deviato in salita vero un piccolo spiazzo, mezzo roccioso. Lì c’era una specie di gazebo in legno ‘etichettato’ ‘Kralův stolec’. Ecco appunto.

Dovete raggiungere il gazebo e affacciarvi per godere appieno della vista. E restare senza una sola parola.

Kralův stolec è davvero La Vista Perfetta. Le acque blu del Dyje scorrono brillanti fra le colline, i cui profili perfettamente verdi formano il paesaggio fino all’orizzonte. Lì, quasi ‘appoggiato’ di proposito, si intravede il profilo di Znojmo, inconfondibile nonostante la distanza.

Qualsiasi ulteriore commento sul panorama sarebbe superfluo. Andate, andate a vederlo con i vostri occhi.

Parco Nazionale Podyjí

 

2. Sealsfiedův kámen

‘5,5 km’, diceva il cartello giallo a Pod Šobesem. Tanto distava Sealsfiedův kámen dal punto in cui ero in quel momento. Più altri 6,5 km fino al castello di Znojmo. Erano circa le tre quando ho trovato i cartelli e già sapevo che sarebbe stata la tappa successiva. Vicino al nome c’era il simbolo del panorama: come potevo non andarci.

Per i primi 2,5 km il sentiero, morbido e pianeggiante, vi porta attraverso il bosco e lungo il fiume (le cui rocce a filo d’acqua sembrano rosse da lontano). Poi va su e diventa sempre più ripido e roccioso, ma con la salita aumenta anche la curiosità.

Parco Nazionale Podyjí

Proprio quando pensate di esservi abituati al percorso e camminate con un occhio a terra per evitare le rocce, ecco che il sentiero si apre e torna pianeggiante. È un buon momento per guardare su e rendervi conto che siete in cima.

Posso dire con certezza che Sealsfiedův kámen sia il mio Posto Preferito nel Podyjí (con Kralův stolec secondo di poco). È difficile descrivere la vista. Perfino aggettivi come ‘Mera-vigliosamente bellissimo e incredibilmente wooow’ non rendono appieno l’idea.

Sarà per via del mare di colline, che si perde all’infinito all’orizzonte, oppure pe via del fiume, che si snoda sinuoso a valle in mezzo al verde. Sarà anche per via del cielo, talmente blu e piatto da far sembrare le colline ancora più ruvide.

Piccolo consiglio: scegliete un punto sulla roccia (o sulla panchina-tronco che trovate lì) e guar-datevi intorno per il tempo che serve.

Parco Nazionale Podyjí

 

3. Ledové sluje (Ice Caves)

Tutte le liste di posti da vedere nel Podyjí probabilmente includono Ledové sluje (Ice Caves) – e non è una coincidenza. Per raggiungerle dovete (letteralmente) ‘spingervi più in là’ rispetto al sentiero per Vranov, ma la vista da lassù vale la deviazione.

Ledové sluje si trova nella metà occidentale del Podyjí. Io ci sono andata la seconda volta che ero là. Il panorama dalla cima è potenzialmente molto simile a quello da Sealsfiedův kámen. Al mio secondo giro, però, l’aria ferma e il cielo bianco hanno rivelato un paesaggio diversissimo, benché ugualmente suggestivo.

Il ‘belvedere’ è piuttosto stretto, ritagliato com’è fra il bosco, il recinto di protezione e l’obelisco giallo che commemora la ‘illustre’ (‘nejjasnější’) Helena Mniszková, contessa alla quale Ledové sluje doveva piacere proprio tanto.

Parco Nazionale Podyjí

 

3 posti a-caso-ma-non-a-caso all’interno del parco

1. L’‘ingresso’ del parco, ovvero ‘a prima vista’

Un attimo state passando accanto alla Chiesa di Sant’Ippolito su a Hradistě e l’attimo dopo siete lungo un vialetto fiancheggiato da campi sconfinati di erba gialla. Come è successo?

Non fatevi troppe domande. Benvenuti al Parco Nazionale Podyjí. Scegliete un percorso e partite. (PS. Io ho scelto il verde.)

Parco Nazionale Podyjí

 

2. Šobes/Pod Šobesem

Šobes è una delle più antiche zone di vigneti della Repubblica Ceca e una delle più belle di tutta Europa.

Ci ho messo un attimo a capire che ci ero arrivata. (Che di per sé non stupisce, perché ho tempi di reazione abbastanza lunghi.) Per fortuna c’erano i cartelli, così ce l’ho fatta anch’io.

Pod Šobesem è uno degli angoli più pacifici di tutto il Podyjí. il paesaggio è veramente idillico. Il fiume è lì: vi potete sedere (o anche stare in piedi) proprio sulla riva e anche bagnarvici i piedi. Oppure potete attraversare il ponte sul fiume e spingervi ancora più a sud – oppure girare a sinistra verso Sealsfiedův kámen (super consigliato).

Parco Nazionale Podyjí

 

3. La strada del bus verso Masovice (Masovická)

Masovická dimostra quanto possa essere insolitamente bella una strada asfaltata apparentemente simile a tante altre.

Al secondo giro, su a , cercavo un modo potenzialmente rapido e (circa) diretto per arrivare verso e Lukov. Una signora anziana lì fuori di casa deve aver notato (e compatito) il mio sguardo vuoto di fronte ai cartelli e mi ha chiesto se mi serviva una mano. Signora, si vede tanto, lo so. Le ho detto che cercavo la strada per Masovice e in un attimo mi ci ha praticamente portato per mano.

Parco Nazionale Podyjí

Il passo successivo è stato ritrovarmi a passeggiare sul ciglio di una strada in apparenza senza fine. Il cielo era coperto di nuvole con qualche scorcio di azzurro. L’aria era quasi perlata. Su entrambi i lati della strada c’erano solo campi, con i cartelli sulla sinistra a ricordare che lì c’è il parco nazionale.

Nel giro di qualche km vi darà il benvenuto Masovice.

PS. Se andate a fare una o più escursioni al Podyjí, è facile che non prenderete questa strada. Io l’ho presa perché volevo arrivare al Lukov il più in fretta possibile con l’aiuto del trasporto pubblico. Ma non sarebbe giusto dire che mi ha fatto solo comodo in quel senso, perché la verità è che mi sono goduta ogni passo.

E sul Parco Nazionale Podyjí è tutto. Buona escursione!

Parco Nazionale Podyjí

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