Serie di post dedicata a uno dei punti di riferimento più iconici della Norvegia: il servizio di traghetti postale norvegese, meglio noto come Hurtigruten.
Questa serie di post è una specie di prolisso ‘ritorno al passato’, una sorta di contributo ‘dagli archivi’ su uno dei punti di riferimento più iconici e simbolici della Norvegia: il servizio di traghetti postale norvegese, altrimenti noto come Hurtigruten.
Non mi dilungherò più di tanto a parlare delle tante curiosità legate all’Hurtigruten. Tipo, lo sapevate che è stato fondato nel 1893? E che il suo primo viaggio è stato da Trondheim a Hammerfest? E che circola 365 giorni l’anno, e ancora svolge la sua funzione originale di trasporto passeggeri e merci, anche se è ormai sempre più a misura di turista – il che spiega anche il comfort, per non dire il lusso, dei servizi che offre e degli interni? Okay, sto divagando.

Hurtigruten a Harstad
Ho fatto quattro viaggi in Hurtigruten finora, tutti fra il 2011 e il 2012. Detesto il lusso in tutte le sue forme. E infatti non è sicuramente per motivi di comfort e lusso che ho scelto di viaggiare in Hurtigruten. L’ho scelto perché:
1. l’Hurtigruten è obiettivamente un’istituzione in Norvegia, per definizione, e, per quanto con il tempo abbia acquisito alcuni tratti della crociera ‘al servizio del turista’, mantiene ancora in parte la sua funzione tradizionale di partenza.
2. Permette di vivere esperienze incredibili a livello di contemplazione del paesaggio. Seriamente, non scherzo. La vista dall’Hurtigruten toglie il fiato. Tu sei lì, così, e c’è bellezza ovunque.
3. A volte è più facile andare da A a B con l’Hurtigruten che via terra, soprattutto per via della costa norvegese, lunghissima e frastagliata. Non l’ho ancora mai fatto il viaggio completo di andata e ritorno da Bergen a Kirkenes (dai, è bellissimo che l’Hurtigruten costeggi il paese quasi in tutta la sua lunghezza, per oltre 4.000 km), ma deve essere veramente un’esperienza unica in tutti i sensi (sindrome ‘da Shining’ inclusa – e non lo dico per sminuire l’immagine poetica evocata dalla mia frase di prima).

Hurtigruten a Ålesund
Insomma, è da un po’ che ho in mente di mettere insieme momenti e frammenti dei viaggi in Hurtigruten che ancora ricordo come se fossero successi ieri o un paio d’ore fa. Un po’ è perché non vedo l’ora di tornare in Norvegia e, si sa, spesso quando si pensa a un posto in cui si vorrebbe andare, si finisce con l’averne nostalgia. Un po’ è perché, anche se mi rendo conto di aver già scritto (parecchio) di quando sono stata in Norvegia la terza, quarta e quinta volta, mi fa piacere condividere con me stessa (e con chiunque abbia voglia di leggere) anche qualche ricordo dall’anno prima ancora.
Se è vero che ‘tre è il numero perfetto’ (che, in un certo senso, lo è stato), quando si parla della Norvegia e del tempo che ci ho passato, beh, tutto è sempre stato perfetto anche se non lo è stato. Come potrei non volerlo raccontare.