Sono tornata alla přehrada di Brno a fine marzo. L’aria sapeva di primavera e volevo arrivare fino al Castello di Veveři. E così ho fatto.
24 mar 2017. Okay, non so se sto facendo giusto. Davvero. Ho questa cosa tipo blog da qualche mese, ma non è che sono migliorata a ‘giocare’ con i plugin e le estensioni e il resto. E la cosa mi sta benissimo, almeno finché riesco a gestire le cose basilari.
Stavolta, sarò breve come non lo sono mai stata. Poco tempo fa, in uno degli ultimi giorni liberi che ho avuto, sono tornata al lago-diga di Brno (Brněnská přehrada). C’era aria di primavera, e si vedeva. Il mio piano era fare tutto il giro intorno alla přehrada e anche andare a vedere il castello di Veveři (Hrad Veveři), che non eravamo riusciti a vedere quando di eravamo andati a febbraio. Ma tant’è, allora eravamo troppo concentrati sulla přehrada ghiacciata per preoccuparci del castello.
La seconda volta, però, ha funzionato. Ho fatto il giro del lago e ho visto il castello. Normalmente racconterei la giornata così come l’ho passata. Tipo, potrei cominciare col dire che, quando sono arrivata al monumento dell’ancora, ho tenuto la sinistra e ho seguito il sentiero e la riva (entrambi totalmente inesistenti) fino al castello.
Potrei raccontare che non c’era nessuno intorno al lago, se non qualche pescatore qua e là, e che era bellissimo essere lì completamente sola. Oppure potrei raccontare di come a un certo punto mi sono letteralmente persa nel bosco, perché non c’era il sentiero e non avevo idea di dove andare. Per fortuna la strada dove passavano le macchine non era lontana, quindi sono riuscita ad andare là e, appena ho messo piede sull’asfalto, ho visto la punta di una delle torri del castello e ho capito che ero quasi arrivata.
Poi potrei anche dire che il sentiero sul lato opposto della přehrada offre una vista spettacolare e che il paesaggio resta così fino a che non si arriva di nuovo al monumento dell’ancora. I colori erano quelli della primavera, l’aria tiepida, a volte quasi calda.
Potrei chiudere dicendo che è stato bellissimo vedere i colori cambiare così tanto nel giro di poche ore. La mattina, quando sono arrivata, il lago aveva ancora un aspetto così invernale, tutto un po’ grigio, e poi è andato schiarendosi sempre di più, scaldato e illuminato dal sole, fino a diventare un quadro spruzzato di vernice dorata.
Potrei dire tutte queste cose, ma non lo farò. Cioè, sì, un po’ l’ho fatto, ma non mi sono dilungata troppo. Il motivo è che stavolta ho deciso di fare diversamente dal solito. Ho pensato che avrei scritto meno e lasciato più spazio alle foto. Perché a volte è meglio tacere e guardare in silenzio.