Babí Lom è una popolare meta escursionistica fuori Brno. Ovvio che sono andata a farci un giro. Spoiler: non sarà l’unica volta.
7 mar 2017. La prima volta che ho sentito parlare di ‘Babí Lom’ è stato quando me l’ha nominato Alina. Mi ha detto che ci era stata e, visto che mi piace camminare nella natura, ci sarei dovuta andare assolutamente. Ci ho messo qualche giorno, ma alla fine ho capito perché il nome del posto mi suonava familiare. A inizio gennaio avevo fatto questo elenco di posti fuori Brno in cui volevo andare, e Babí Lom era in cima alla lista. Così, visto che il 7 marzo avevo il giorno libero, e visto che avevo molto bisogno di una fuga di una o mezza giornata, e visto che in qualche modo non mi ero più scordata di questo posto, ho deciso di andare. Era giunto il momento.
Babí Lom si trova non lontano da Lelekovice, piccolo paesino fuori Brno facilmente raggiungibile con i mezzi. Io ho preso il tram 1 da Mendlovo náměstí e sono scesa a Semilasso. Ho attraversato la strada fino alla fermata del bus 41, che è letteralmente dietro l’angolo e… e ho aspettato un buon 45 minuti, perché il mio bus. se. n’era. appena. andato.
Quando il bus successivo è partito, non ci è voluto molto per capire che stavamo andando verso le colline. Un attimo eravamo ancora in via Palackého třída, tutta fiancheggiata da insegne colorate di negozi e avvolta dal viavai di gente, e un attimo dopo eravamo in una strada tranquilla e silenziosa, circondata da spiazzi erbosi e nessuno in giro (tranne i pochi che aspettavano il bus alle fermate).
Anche gli edifici si sono fatti più radi, i palazzi e condomini prontamente sostituiti da villette e case monofamiliari. Alcune ricordavano molto le classiche case di montagna, tutte in legno e pietre a vista, mentre altre si facevano notare per forme e stili architettonici piuttosto arditi, come se il loro essere isolate nel prato le esentasse dall’obbligo di obbedire a un paesaggio urbano sobrio e omogeneo.
Stavo giusto facendo questa considerazione con me stessa quando mi sono voltata per vedere se ci stavamo avvicinando a Lelekovice (da seduta davo le spalle alla strada). Che poi:
1. come se sapessi com’è fatta Lelekovice;
2. aspetta un attimo. Ho alzato gli occhi e poi seguito con lo sguardo il profilo orizzontale e verdissimo della collina e l’ho vista. Non che si potesse non notare: la torre sembrava fosse stata appoggiata un po’ a caso lì sulla cima, come una boa bianca in un mare tutto verde.
La torre panoramica era il mio obiettivo del giorno. Avevo letto un paio di post su altrettanti blog e avevo guardato siti e mappe nei giorni prima: le foto che avevo visto promettevano molto bene. Ed eccola lì. Non vedevo l’ora di scendere. E intanto ‘curavo’ le persone che salivano a ogni fermata, perché sapevo benissimo che il mio abbonamento del bus non andava bene per la zona in cui mi trovavo e i controllori a Brno (e dintorni, presumo) appaiono quando meno te l’aspetti. Che mi sta anche bene, solo non ora e non qui.
Scesa a Lelekovice (senza controllori in giro), è stato facile capire dove andare. L’intero percorso è infatti segnalato benissimo dai cartelli e dagli onnipresenti simboli dei vari sentieri fra cui si può scegliere. Ho girato a sinistra e sono entrata nel bosco.
Per una buona mezz’ora (o 40 minuti o 50 minuti, la verità è che non ne ho la più pallida idea) il sentiero è stato super tranquillo. Era infatti una normale strada asfaltata in salita aperta anche alle macchine (non che io ne abbia viste, ma è tanto per dare un’idea). I boschi tutt’intorno erano più che suggestivi, con alberi altissimi e sottili, quasi tutti spogli tranne un gruppo di pini con i rami perfettamente orizzontali.
A ogni curva speravo e/o mi aspettavo almeno un pochino di vedere o intuire dove portasse la strada. Invece riuscivo solo a vedere i 40 o 50 metri che portavano alla curva successiva.
Poi ha cominciato a piovere.
Poi ha smesso.
Poi ha ricominciato.
Poi ha ri-smesso.
Tempo moravo, facciamo che ti decidi.
Alla fine sono arrivata a uno spiazzo con tavoli da picnic e un’incoraggiante fila di cartelli. Nessuno si riferiva alla torre, ma in compenso ce n’erano quattro che indicavano ‘Babí Lom’ e puntavano in direzioni opposte. Molto bene. Poi ne ho visto uno che segnalava la torre, ‘Babí Lom (rozhl.)’, e il ‘percorso turistico rosso’ (‘po červené turistické značce’). Ricordavo che l’autrice del blog che avevo letto aveva seguito anche lei un sentiero rosso per raggiungere la torre e ci era effettivamente arrivata. Ho pensato che questo ragionamento fosse abbastanza scientifico perché anche io scegliessi quel percorso, tanto più che mi avrebbe permesso di lasciare la strada principale, cosa che volevo molto fare.
Il terreno era morbido, fiancheggiato da alberi fitti e incredibilmente asciutto, visto che a regola la notte prima aveva piovuto. In pochi minuti mi sono ritrovata in cima alla collina, che aveva, fra l’altro, una forma un (bel) po’ buffa. Sembrava che la sua originaria base tondeggiante fosse stata schiacciata su due lati opposti per renderla oblunga e per farla diventare più alta e più stretta, come quando uno fa un castello di sabbia e preme i lati delle mura che congiungono le torri per farle diventare più alte.
Davanti a me avevo il pendio roccioso della collina, mentre ai lati c’erano due sentieri, pure rocciosi, che correvano lungo la cima. Dove vado?
Ecco altri cartelli, uno che segnalava la torre: ‘Watchtower’ (in inglese). Eccolaa. Sono andata a sinistra e ho seguito il profilo della collina. Ci ho messo un attimo a realizzare la bellezza totale di quello che mi circondava. Il sentiero era un misto di foglie e mucchi di rocce, alcune molto (poco) comode da superare. Alla mia sinistra il pendio era completamente coperto da un tappeto di foglie così fitto che a malapena si vedeva il terreno, mentre gli alberi spogli sembravano tendere i rami nerissimi verso il cielo. Alla mia destra c’erano altri alberi, rocce e una distesa di colline una dopo l’altra che in lontananza sparivano nel nulla.
La luce era pazzesca. Il cielo era tutto coperto, con scrosci a caso di un minuto o poco più, ma le nuvole lasciavano un’ombra grigia, quasi d’argento, su tutto: le foglie, i tronchi caduti e il muschio verde brillante che ricopriva almeno metà delle rocce in tutta la riserva. Sì, Babí Lom è una ‘přírodní rezervace’ (riserva naturale), come diversi cartelli qua e là non mancano di ricordare. Ma tipo, la torre?
Poi ha cominciato a grandinare (davvero, a grandinare) e per qualche minuto il silenzio perfetto della natura è stato coperto dal rumore di chicchi grandi come mentine. Sembrava un metronomo. Perfino la grandine era delicata nel venire giù, come se temesse di dare troppo fastidio se fosse caduta in modo più violento. Poi la grandine è finita e, ancora, della torre nessuna traccia.
L’ho vista da lontano poco dopo l’ennesimo scroscio, proprio quando cominciavo a pensare che l’avessero rimossa nelle due ore precedenti. Eccolaa! Quando l’ho raggiunta, sono salita subito al punto panoramico più basso, una specie di balcone che segue il profilo tondeggiante della struttura. Era spettacolare. L’aria era frizzante e la foschia copriva in parte le colline sullo sfondo: sembravano letteralmente sparire nel nulla.
Poi ho fatto la scala a chiocciola che porta al punto panoramico superiore, proprio in cima. Okay, a dire il vero ero appena arrivata su e sono scesa all’istante, perché è salito questo bambino molesto che urlava e saltava, e poi sono arrivate le sorelle e poi la madre e poi la-zia-o-amica-di-famiglia-o-chi-per-lei ed erano così fastidiosi e… basta me ne vado. Per fortuna sono rimasti giusto un paio di minuti e poi se ne sono andati per i boschi. A quel punto sono tornata su e ho trovato (allora sì) il silenzio che speravo di trovare.
Il bello è che la scala cromatica del paesaggio cambiava a ogni secondo. Le nuvole più grigie cercavano di coprire la linea dell’orizzonte, ma il vento le spostava subito. Poi è uscito il sole, prima appena, poi più deciso, come a dire: ‘Fate largo, io sono la stella qui (letteralmente e metaforicamente parlando)’. Per qualche minuto c’erano pezzi di cielo azzurro, i prati sulle colline erano più luminosi e, come direbbero i Postal Service, ‘everything looks perfect from far away’ (‘tutto è perfetto da lontano’). In uno specifico punto del paesaggio c’era poi un gruppo di alberi tutti vicini, con i tronchi perfettamente allineati, come soldati sull’attenti che aspettano ordini dall’alto.
Ho pranzato vicino alla torre e poi sono tornata a Lelekovice. Il sentiero della discesa era agevole, da passeggiata: terroso ma senza fango, non troppo ripido e interrotto qua e là da qualche apertura panoramica fra gli alberi. Mi sono ritrovata giù in un attimo.
Il sole era alto, l’aria calda, quasi di primavera. Mi sono seduta sulla panchina alla fermata del bus e mi son detta: devo fare ancora un sacco di cose in e intorno a Babí Lom. Non ho ancora visto la casa sull’albero, e poi anche il cartello ‘Švinošice’ al bivio sotto la torre, e gli altri cartelli sulla cima. C’è di buono che li ho fotografati tutti, così posso cercare i nomi su Google. Allora, quando ho il prossimo giorno libero?