I pochi giorni passati a Kristiansand sono bastati a ricordarmi perché continuo ad andare e riandare in Norvegia. Sì, è davvero così semplice.
Il tempo che ho passato a Kristiansand è circa l’equivalente di un weekend lungo, eppure quei pochi giorni sono bastati a ricordarmi perché continuo ad andare e riandare in Norvegia e perché continuerò a farlo senza mai averne abbastanza e forse, chissà, un giorno ci vivrò.
Non ci sono potuta andare nel 2014, perché in estate dovevo andare da un’altra parte e poi a settembre avevo gli esami. Il che spiega in parte perché veramente non vedessi l’ora di andarci nel 2015.
A volte penso che in un angolo della mente ognuno abbia, più o meno consapevolmente, un’immagine chiara e nitida di qualcosa. Può essere qualsiasi cosa: non è tanto importante il soggetto dell’immagine in sé, bensì quello che essa rappresenta.
Magari uno non sa che quell’immagine è lì, finché non si trova davanti qualcosa che lo colpisce, che in qualche modo gli fa realizzare che prima o poi ‘doveva’ imbattersi in quel qualcosa, quindi è un po’ come se lo ‘riconoscesse’, anche se lo vede allora per la prima volta.
A me la Norvegia fa questo effetto. Ci volevo andare da quando avevo dieci anni e, quando ci sono andata la prima volta e ne ho visti il paesaggio e la natura, ho pensato che quelli norvegesi erano la rappresentazione più esatta dell’idea di paesaggio e natura che avevo sempre avuto da qualche parte nella mente. Con la differenza che erano reali.