Lapponia 2013 (5/5). Un giorno di luce

Luce d’inverno a Rovaniemi: l’Arktikum, il centro, (false?) impressioni di aurora, e una passeggiata nella gelida luce blu del mattino.

 

Il secondo giorno era il ‘giorno libero’. Dopo aver ‘obbedito’ per 24 ore ininterrotte alle istruzioni delle guide e dopo aver marciato da una tappa all’altra dell’itinerario come da tabella di marcia, l’idea di avere un ‘giorno libero’ faceva sentire me e mia mamma un po’ come carcerate che avevano a disposizione qualche ora d’aria extra.

Siamo fuggite dall’hotel subito dopo colazione per evitare di essere fermate da chiunque potesse condizionare in qualche modo la nostra giornata di libertà.

Rovaniemi, Arktikum

Le 24 ore successive sono state tutte all’insegna del vagare in giro per la città. Prima abbiamo visitato l’Arktikum, il Museo e Centro Artico della Scienza. Bellissimo. È un condensato di tutto ciò che ha a che fare con la Finlandia (e, in generale, il Nord), dalla storia alle tradizioni Sami alla Finlandia di oggi. La struttura è piuttosto estesa, le mostre ben allestite e i contenuti vari e super interessanti.

L’Arktikum racconta lo stile di vita delle popolazioni indigene della zona, lo stretto legame fra uomo e natura nel Nord, oltre che tradizioni e cultura lapponi. C’è anche il teatro dell’aurora boreale, che descrive il processo di formazione dell’aurora e proietta una simulazione delle luci che danzano nel cielo.

Rovaniemi

Dopo aver fatto due passi in centro, abbiamo scelto la stradina più innevata che abbiamo trovato, nonché quella che più sembrava portare letteralmente fuori dal sentiero battuto. La stradina era in realtà parallela alla strada principale, ma questa si vedeva a malapena: la stradina era circondata da alti pini su entrambi i lati, tanto che a fatica si poteva indovinare quanto distasse la strada vera e propria.

Rovaniemi

Lì per lì non ci interessava tanto dove stessimo andando (anzi, il bello era proprio non saperlo), per cui abbiamo continuato a camminare finché ne abbiamo avuto voglia. L’unico rumore udibile era quello della neve ‘croccante’ sotto i nostri piedi, mentre il cielo era ancora di un blu intenso, anche se già si intravedeva il giallo chiaro dell’imminente tramonto.

Rovaniemi

Quell’ora o poco più passata così è un altro dei miei ricordi preferiti della Lapponia. Del resto, cos’altro potevo chiedere? ‘Un bel tramonto’, dirà qualcuno. Non ci stavo neanche pensando, ma un tramonto incredibile è proprio quello che ci siamo trovate davanti quando ci siamo riavviate verso l’hotel. Stavamo giusto attraversando uno dei ponti sul laghetto, quando il cielo è diventato arancione ed era stupendo.

Rovaniemi Rovaniemi

Un cielo così bello l’abbiamo poi visto altre due volte nelle 12 ore successive, rimanendo in entrambi i casi imbambolate a metà fra lo stupito e l’incredulo.

La prima volta è stato la sera, mentre io e mia mamma siamo andate a fare l’ultima passeggiata intorno al laghetto. Le stavo proprio dicendo che ‘una delle cose che amo dell’aurora boreale è che arriva calma e silenziosa e non la senti arrivare, ma devi guardare il cielo per vederla’, ma non ho finito la frase. Stavo guardando il cielo mentre parlavo e, all’improvviso, ho visto un riflesso verde. Era tenue, quasi impercettibile. ‘Guarda, mi sembra di vederla anche adesso!’, le ho detto, ma lei mi fa: ‘Anche a me!’

Rovaniemi

Seriamente, era lì davanti a noi, ma era troppo debole, e le luci della città troppo intense, perché riuscissimo a vederla. Sono corsa verso la luce e ho finito col passare un’ora e mezza in piedi, immobile, sulla riva del laghetto, ad aspettare che tornasse, magari un po’ più intensa. Invece non è tornata. Così, quando ho pensato di avere i piedi abbastanza ghiacciati e gli occhi abbastanza pieni di lacrime di freddo, ho raggiunto mia mamma in hotel. Riuscivo solo a pensare a quanto incredibilmente intensa dovesse essere l’aurora quando la si poteva vedere in città e a quanto sia veramente una cosa unica e meravigliosa.

Rovaniemi

La mattina dopo dovevamo andare in aeroporto verso le 11.30, per cui avevamo un po’ di tempo per fare ancora un giro da qualche parte. Quando siamo uscite ci ha accolto un freddo da -27° che mi ha tanto ricordato la Russia e ci ha gelato all’istante capelli, ciglia e sopracciglia.

Rovaniemi

Non avevamo tanto tempo per girare, così abbiamo preso il primo sentiero vicino all’hotel e goderci la strada. Siamo tornate verso il ponte della sera prima, ma non l’abbiamo attraversato, proseguendo invece lungo il sentiero. Ci siamo ritrovate in un angolo sperduto proprio in riva al solito laghetto ghiacciato. Il paesaggio era fra i più lunari che io abbia mai visto: anche quello me lo ricordo alla perfezione. Era tutto blu, mentre gli alberi spogli erano talmente sottili che a malapena si distinguevano le sagome nella foschia del mattino. Non avrei potuto chiedere un paesaggio più unico e magnifico come ultima cosa da vedere a Rovaniemi prima di tornare nel cemento della città, con le strade e gli edifici.

Rovaniemi

Quattro giorni, già finiti. Caro Babbo Natale, sappi che continuo a pensare che il tuo villaggio sia molto pacchiano e tamarro per i miei gusti, ma guarda che panorami che hai dietro casa, mannaggia a te.

Rovaniemi

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