Insomma, ho guidato una motoslitta ed è stato bellissimo. Poi, dopo aver (ri)visto Babbo Natale, ho fatto un giro in slitta con la renna Thomas. Oh wow.
Babbo Natale 2.0
Il giro in motoslitta è finito troppo presto. Era già ora di scendere dal mio bolide fiammante e dovevo farmene una ragione. Mi ci è voluto un attimo per realizzare che avevo guidato una motoslitta nella taiga finlandese e che non avevo fatto disastri né errori fondamentali che facessero sprofondare me e mia mamma nella neve fresca (cosa successa invece a una coppia del nostro gruppo!). Eravamo arri-vate a fine giro sane e salve. Una volta restituiti i caschi alle guide, abbiamo percorso un sentiero innevato che portava a un piazzale innevato in cui c’erano alcuni recinti di legno e una grande tenda Sami.
‘Oddio quanto è tutto incredibilmente bello e indescrivibile’, mi sono detta rendendomi conto di quanto tutto fosse bianco e immenso intorno a me. Ancora una volta ci ho messo un attimo a realizzare la meraviglia assoluta del paesaggio: sembrava che gli alberi spogli fossero stati disegnati a matita da un bambino, mentre la luce vagamente bianca della tarda mattinata faceva sembrare tutto brillante.
I miei cinque minuti di silenzio estasiato sono stati bruscamente interrotti da una delle guide, che ci ha solennemente invitato a muoverci. C’è un motivo se non mi piacciono i viaggi organizzati.
Non ricordo come, sta di fatto che mi sono ritrovata sola con Giulia, la sua amichetta e la mamma di quest’ultima (anche loro due in viaggio con noi). Mia mamma era altrove con Marti e mia sorella (pure partita con noi, naturalmente).
Alcune guide hanno indicato a me e altre persone del nostro gruppetto una casetta in legno nel bosco. Le abbiamo diligentemente seguite (ancora non ricordo bene perché, forse perché non sapevamo dove andare – senza contare che non gli piacevano tanto i membri del gruppo che prendevano troppa iniziativa) e siamo entrate. Era una delle stanze più calde e accoglienti che io abbia mai visto e, seduto su una panca di legno c’era… Babbo Natale? Ancora?
Pensavo che la quantità di ‘Babbo Natale’ che avevo accumulato nell’ora precedente mi sarebbe bastata per la vita. A quel punto, in condizioni normali probabilmente avrei preso la porta e me ne sarei andata. Il fatto è che, invece, AVEVO APPENA GUIDATO UNA MOTOSLITTA, quindi era tutto bello e perfetto e evvivaaa. Così sono rimasta e mi sono prestata all’ennesimo incontro con Babbo Natale, che in realtà è stato bello. Anzi, è stato molto bello.
I bambini si sono avvicinati uno o due per volta e hanno fatto (altre) foto con lui. Io sono riuscita a scamparla proponendomi di fare la foto a Giulia con Babbo Natale e la sua amichetta. Tutto sommato, questo incontro più ‘intimo’ è stato di gran lunga più bello rispetto all’’incontro ufficiale’ nella sua vera e propria casa. Adesso, però, basta Babbo Natale: voglio altra taiga.
La renna Thomas
Lasciata la cabina di Babbo Natale, siamo tornati al piazzale con la tenda Sami. Lì ci hanno detto che avremmo fatto un giro in slitta con le renne. Ma io amo le renne!
Abbiamo fatto a turno, perché non c’erano abbastanza renne per tutti (!), così io e Giulia e mia mamma e Marti ci siamo offerte di aspettare l’ultimo giro.
Anziché aspettare lì al freddo, siamo andate a visitare la tenda Sami, che si è rivelata essere una vera e propria oasi di calore tanto letteralmente quanto metaforicamente. C’erano ceppi di legno che facevano da panchine per gli ospiti, uno spazio al centro in cui, quando c’era buio o particolarmente freddo, venivano probabilmente accesi i falò. Su un tavolo basso in legno c’erano poi dei bicchierini di carta con tre varietà di infusi caldi. Erano tutti ugualmente buoni e super caldi. Credo di averne bevuti tre per tipo, forse di più.
Per fortuna proprio in quel momento ci hanno chiamato per fare il giro in slitta, che considero una delle cose più tenere che io abbia mai fatto. La nostra renna si chiamava Thomas: era adorabile, buffa e dallo sguardo incredibilmente intenso. Mi sono sempre piaciute un sacco le renne, ma da quando ho incontrato Thomas in Lapponia (che, mi rendo conto, detta così sembra io stia parlando di tutto fuorché di un giro in slitta con una renna – ma invece sto ancora parlando della renna) mi piacciono ancora di più.
Il giro in slitta è durato circa 20-25 minuti e per tutto il tempo Thomas è andato avanti a camminare come se seguisse un ritmo tutto suo. A parte quello e a parte il suono impercettibile della slitta tra- scinata sul suolo innevato, tutto era perfettamente calmo. E bianco. E incredibilmente meraviglioso.
Ogni tanto la renna che trainava la slitta dietro la nostra ci raggiungeva e camminava proprio accanto a noi. A un certo punto ha visto me e Giulia nella slitta e si è chinata come per osservarci da vicino. Giulia aveva paura che potesse farci qualcosa, ma in realtà le è piaciuto un sacco, tanto che, ogni tanto, ancora mi chiede se mi ricordo della ‘renna che ci è venuta così vicino mentre eravamo sulla slitta in Lapponia’.
Nell’insieme mi rendo conto che, di tutte le cose che ho fatto quel giorno (e ne ho fatte un bel po’), molte sono state preparate ad arte per noi e mancavano un po’ di quella vena autentica che tanto amo trovare nelle cose. Nel caso del giro in motoslitta e del giro in slitta con Thomas, faccio più che volentieri un’eccezione.