Baviera 2016 (2/4). In giro per il Chiemsee

Il primo giorno del nostro weekend bavarese si è svolto intorno al Chiemsee, lago più grande della Baviera, con isole, scorci belli e tante papere.

 

La Baviera è ben nota per la bellezza dei suoi laghi e delle sue montagne. Questo lo sapevo anche prima di andare in Baviera per la prima volta. Quando siamo andate a Regensburg (e a Monaco e a Norimberga), dato che era inverno, non abbiamo potuto ammirare la natura bavarese nella sua forma più pura. Abbiamo quindi privilegiato il (pure meraviglioso) paesaggio urbano.

Stavolta in Baviera ci abbiamo passato solo un paio di giorni, che però sono stati più che sufficienti per cogliere appieno l’essenza della natura nella zona.

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Il giorno 1 è stato dedicato ai laghi. Andi ha deciso di portarci al lago Chiemsee, che, a giudicare dalla quantità di gente che c’era alla fermata del traghetto alle 9.30 di sabato mattina, dev’essere molto popolare fra turisti e gente del posto. Il Chiemsee è anche il lago più grande di tutta la Baviera.

Mentre aspettavamo il traghetto, io ho fatto un po’ di foto al lago. C’era un gran sole e faceva incredibilmente caldo. A guardare il panorama, sembrava che il cielo e il lago facessero a gara a ‘chi era più blu’. Il lago, poi, era così grande che a malapena si vedeva la riva opposta, che, anzi, a volte non si vedeva affatto.

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Il (primo) traghetto ci ha portato a Herreninsel (letteralmente ‘Isola degli Uomini’). Lì re Ludwig II ha avuto l’idea (poco normale) di farsi costruire un castello. E non un castello qualsiasi, ma una copia esatta della reggia di Versailles.

Ludwig II era un grande fan di Luigi XIV e voleva che il palazzo di Chiemsee fosse identico a Versailles in ogni sua parte, quadri e tappeti inclusi. Peccato che il re fosse troppo occupato per vivere nel castello, che ha visitato solo poche volte per controllare lo stato dei lavori.

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A parte quello, il palazzo è rimasto disabitato (fatta eccezione per il personale di servizio) fino alla morte del re, dopo la quale è rimasto lì, abbandonato e costruito a metà (fra le altre cose, il re a un certo punto è rimasto senza un soldo).

La guida vi racconterà un sacco di cose sul processo di costruzione e vi porterà a vedere una porzione rimasta incompiuta, ovvero la scalinata privata del re. La struttura include quattro mura in mattoni rossi e, ovviamente, una scalinata, anch’essa di mattoni. E basta.

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A vedere la scalinata (che senz’altro vedrete, come tutto il resto, tanto più che l’unico modo per visitare gli interni è con un tour guidato) si fatica a pensare che i soffitti in stucco, gli affreschi variopinti e i muri in foglia d’oro nelle altre stanze celino gli stessi muri in mattoni monocromi.

Insomma, la visita è molto piacevole e divertente, mentre Ludwig II era decisamente un megalomane. I boschi e i prati che circondano il palazzo sono magnifici e vale la pena tenersi un po’ di tempo per fare un giro all’ombra degli alberi.

Dopo aver fatto un giro in mezzo agli alberi (ovvio che l’abbiamo fatto), siamo tornati alla fermata del traghetto e abbiamo raggiunto la nostra tappa successiva, che, come probabilmente non è difficile immaginare per chi conosce la zona, era Fraueninsel (l’Isola delle Donne).

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Appena scesa dal traghetto, ho dato un’occhiata in giro e una domanda mi è sorta spontanea: ma perché sull’Isola degli Uomini c’è una simil-Versailles da re, mentre l’edificio principale dell’Isola delle Donne è un monastero? Mah, sarà colpa dei tempi antichi.

Abbiamo steso le coperte sull’erba e fatto un picnic con i nostri panini fatti in casa, mentre una papera si avvicinava cautamente per fare amicizia con noi (soprattutto con Andi). Poi tutti si sono addormentati, mentre io, non avendo sonno, sono andata a fare un giro sul lungolago. L’isola era piena di turisti e gente del posto, eppure le loro voci si sentivano a malapena. C’era un silenzio incredibile e la riva era piena di angoli isolati, piccoli moli privati e case vacanze affacciate sul lago.

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Ho passato una ventina di minuti a passeggiare gioiosamente sul lungolago, a un certo punto insieme a Andi, finché mi sono accorta che stavo guardando case e moli che avevo già visto. Sì, perché avevamo fatto un giro completo dell’isola e avevamo iniziato il secondo (il che la dice lunga su quanto è piccola).

La vista del lago continuava a essere magnifica. L’acqua era d’argento e si intonava alla perfezione con il cielo grigio, ormai nuvoloso da quando gli altri si erano addormentati. Il lago era punteggiata di barche a vela che sembravano scivolare lungo la superficie.

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E poi, avete presente quando siete in giro in qualche città e le piazze o i tetti sono (quasi) sempre popolate da piccioni? Ecco, sostituite i piccioni con le papere e avrete un’idea di com’è Fraueninsel. Le papere sono ovunque: vagano sul sentiero oppure camminano in fila indiana sull’erba, come se fosse la cosa più normale del mondo. Amo le papere.

Quando tutti erano di nuovo svegli, siamo tornati sulla terraferma, mentre il cielo annunciava il diluvio. Ma la nostra giornata sul lago era tutt’altro che finita. Andi ci ha portato in un altro posto, una spiaggia con la sabbia che neanche Andi sapeva bene dove fosse.

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Quando siamo arrivati c’era un gran vento, pioveva e faceva freddo, ma niente ci ha dissuaso dal sorseggiare il vino rosso che Andi aveva nello zaino e, intanto, mettere i piedi a bagno nell’acqua gelata. Il nostro pomeriggio si è concluso con un gelato super buono lì in zona. Poi siamo andati a prendere un amico di Andi e siamo tornati a casa, mentre fuori imperversava la tempesta.

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Niente è più confortevole del calore di una casa bavarese in legno e una piacevole cena in compagnia. Mettete insieme le due cose e avrete un’idea chiara e puntuale del nostro sabato sera, che è passato in frettissima fra conversazioni a caso su mille argomenti diversi (UE, Brexit ed elezioni USA comprese) e un bicchiere di birra (a volte molto necessario per affrontare gli argomenti suddetti). Davvero uno dei migliori sabati sera di sempre.

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